mercoledì 1 novembre 2006

ALIMENTAZIONE NATURALE? Ecco che cosa è in realtà il cibo dell’Uomo

Le piante non sono certo state “create per fare da cibo all’Uomo”. Oltretutto sintetizzano migliaia di veleni e sostanze anti-nutrizionali per difendersi dai raggi solari, dai parassiti e predatori, Uomo compreso.
       Non si può parlare, perciò, di cibo biologicamente perfetto, ideale, "naturale", per gli Umani. Ogni pianta o animale scelti di volta in volta come cibo si sono dimostrati imperfetti. Veleni, morti, denutrizioni, gravi malattie sono stati legati ai cosiddetti "cibi" dell'Uomo. Ancor oggi si stima che circa la metà delle morti per tumori è originata dagli alimenti. Del resto, l'Uomo non solo non ha trovato, ma neanche cercato sulla Terra un qualche cibo tipico a cui era "destinato" o al quale era portato per istinto, ma si è accontentato casualmente di quello che trovava sul proprio terreno, provando e riprovando qualsiasi cosa, pur di appagare la fame. Quindi, in senso biologico, il suo cibo "naturale" non esiste.
      Ma esiste il suo cibo antropologico, storico, elettivo (cioè scelto). E' il cibo reale, quello effettivamente consumato. Infatti, per sopravvivere, ha dovuto scegliere ogni giorno per millenni che cosa mangiare, per prove ed errori, districandosi tra vegetali indigesti, tossici, anti-nutritivi e cancerogeni, come sappiamo oggi. 
      Altro che "piante amiche". Ancor più degli animali "feroci", le piante hanno selezionato la specie umana in modo severo, come ha detto l’oncologo Della Porta. Ancor oggi gli epidemiologi, da Peto e Doll in giù, attribuiscono al cibo almeno il 30-50 per cento di tutte le morti per cancro.
E’ un fatto, comunque, che nella Storia hanno sempre prevalso le civiltà in cui si mangiava meglio, perché l’Uomo aveva avuto l’intelligenza o la fortuna di insediarsi nei territori più fertili, praticando una dieta nutrizionalmente più completa e tossicologicamente meno rischiosa.
      L’alimentazione naturale, perciò, non vuol dire che “deriva dalla Natura”, come ho specificato già nella prima edizione del libro L’Alimentazione Naturale (1980), che per la prima volta riportava nel titolo questa espressione simbolica che poi avrebbe avuto fortuna. Infatti tutto deriva dalla Natura. Significa invece che è la più “naturale per l’Uomo”, cioè la più adatta (o la meno inadatta) alla nostra specie, nel senso che si è dimostrata nel tempo, cioè nei millenni della Storia, per prove ed errori, quindi empiricamente, la meno dannosa o la più protettiva, e perciò la più sana.
       Che sia più adatta all'Uomo, dunque, non lo deve decidere una filosofia o una religione, bensì la Storia naturale dell'Uomo, cioè la sua evoluzione, la sua antropologia.
Quindi, vista in termini reali e scientifici, l'alimentazione naturale è il regime alimentare di lungo periodo che l’Uomo, pur con differenze tra popolo e popolo, ha selezionato per sé come il migliore. Anche se molte di quelle scelte sono state obbligate (clima, scarsità, carestie, ignoranza ecc.).
      Insomma, ha un significato relativo, antropologico e storico. Ma ora, grazie alle moderne scienze biologiche che stanno avvalorando con migliaia di "prove" (studi) quelle antiche scelte dell'Uomo, ha anche un significato nutrizionale, tossicologico e preventivo. Così, l’antico e il moderno si ritrovano. La Tradizione e la Scienza sperimentale si sorreggono.
      Il cibo, insomma, è la più grande opera dell’Uomo. Il cavolo selvatico, Brassica sylvestris, è un’insignificante piantina legnosa dalle foglioline immangiabili. La mela selvatica è piccola, dura, aspra, indigesta e ricca di sostanze tossiche: non sembra neanche mangiabile. I broccoli, le zucchine, il grano, i legumi, i frutti, e anche i cibi animali, così come noi li abbiamo sempre mangiati, non esistono in Natura. Già migliaia di anni fa li abbiamo selezionati, migliorati, incrociati, modificati geneticamente, in modo che fossero ingrossati, ingentiliti di sapore e tenerezza, deamarizzati e dolcificati, insomma resi finalmente mangiabili, a partire da vegetali spontanei che oggi in alcuni casi sono addirittura spariti, introvabili.
      I vegetali originari erano molto diversi da quelli attuali. Il cibo come lo conosciamo noi, già al tempo di Greci, Etruschi e Romani, era una creazione umana. Furono i grandi agronomi etruschi, per esempio, a creare con la selezione genetica il cavolo-broccolo. In Italia, altro esempio, l'ultimo prodotto dell'ingegneria genetica è il piccolo "pomodoro di Pachino", creato pochi anni fa, che tutti già ora considerano "tipico", addirittura "tradizionale". Solo le fragole di bosco e forse le more di rovo sono rimaste le stesse. Come gli animali selvatici e gran parte dei pesci.
      Per i cibi animali, infatti, si pongono problemi analoghi: la carne del gigantesco e aggressivo bue antico, Bos primigenius, ammesso che si fosse riusciti a catturarlo, era fibrosa e immangiabile. Perfino in epoca storica nell’antica Roma la carne del piccolo bovino allevato per il lavoro, il domestico Bos taurus (quello "da carne" praticamente non esisteva), era così tigliosa che neanche i servi la volevano, e bisognava prima bollirla e poi arrostirla. Solo i pesci non di allevamento si sono mantenuti più o meno uguali, a parte le specie artificialmente introdotte dall'Uomo.
L’intera alimentazione, insomma, è la più alta invenzione antropologica, frutto dell’intelligenza agronomica e degli allevamenti degli Antichi. E’ paradossale che l'alimentazione naturale sia costituita in realtà da tutti alimenti "artificiali". Da quando esiste l'agricoltura.
      L’Uomo, quindi, sapientemente ha tratto dalla Natura, con l’intuito, lo spirito d’osservazione e l’agricoltura degli Antichi, e ora con l’avallo della moderna Scienza sperimentale, un regime alimentare che ha permesso la propria vita e le grandi Civiltà. Grazie al cibo che la Natura non ci dava, oppure offriva in minime quantità e per brevissimi periodi dell’anno, ma che l’Uomo ha trovato, modificato, moltiplicato e reso disponibile per tutti e per tutto l’anno, abbiamo fatto figli, creato le famiglie, le tribù, la società, le città, gli Stati, il Colosseo, il diritto romano, le piramidi, le cattedrali gotiche, la Scienza, la Musica, la Cultura, la Storia. Cose che gli altri animali non hanno fatto: quindi a nulla serve ricordarci di essere “animali”.
      Altro che erbe e bacche spontanee che durano lo spazio di qualche giorno. Se fossimo rimasti a quelle, come appunto fanno i nostri fratelli animali, saremmo ancora poche migliaia su tutta la Terra, rozzi, poco intelligenti e ignoranti, e penseremmo tutto il giorno, tutta la nostra vita, soltanto a cercare il cibo (come infatti accadeva fino a quasi 12 mila anni fa). E non avremmo società, scrittura, cultura.
“Naturale”, dunque, è il cibo che si è dimostrato nei millenni più naturale per l’Uomo, più adatto alla sua vita, al suo sviluppo e alla sua intelligenza. In questo senso è il più sano. Perciò è cibo "elettivo", che l’Uomo ha scelto (dal latino eligere = scegliere). "Sano e naturale" non per un principio ideologico o religioso, ma grazie alla osservazione. Perché, come sappiamo oggi, nel lungo periodo il bilancio tra sostanze protettive e sostanze dannose presenti negli alimenti, ha visto prevalere le prime. Altrimenti saremmo tutti scomparsi.
      E com’è, come deve essere in pratica questo cibo "naturale" per l'Uomo? Questo, appunto, è il tema del presente sito-blog. La Scienza biologica e la medicina hanno dimostrato negli ultimi 30 anni che gli Antichi, tutto sommato avevano ragione: il cibo più sano, perché più ricco, è quello più completo, più integro, più semplice, il meno trasformato, il meno raffinato, il più vicino alle forme originarie, il più igienico, ed anche il più vario. Ebbene, questo cibo così selezionato, pur con i veleni e gli antinutrienti che contiene (molti dei quali – ecco la rivincita dell’intelligenza dell’Uomo – dotati di proprietà preventive e terapeutiche, come ha scoperto la medicina), è il più naturale per l’Uomo. Perciò si dice, e si diceva perfino 2500 anni fa, che il cibo migliore è quello che cura (oggi si dice "riduce i rischi"). Proprio come avevano intuito Ippocrate, fondatore della medicina scientifica, Catone, Plinio il Vecchio e altri scrittori scientifici dell’Antichità, e come hanno propagandato medici e terapeuti naturisti in Europa a partire dall’Ottocento.
     E, se proprio vogliamo dirla tutta, è il modo di alimentarsi più indiscutibile, perché già "provato" per molti millenni dall'Uomo, sul "campo", non per poche settimane dai topi di laboratorio, e già corretto dalla Scienza antica e anche oggi dalla Scienza sperimentale, che infatti a uno a uno sta sperimentando, "copiando" e anzi prescrivendo a tutto il Mondo i nostri antichi principi, dalle tante porzioni di verdura e frutta ogni giorno, ai cereali integrali, ai legumi, alle tante erbe aromatiche, perfino alla poca cottura. E certi moderni medici ignoranti (quelli colti e intelligenti ci hanno sempre dato ragione) dopo che hanno dovuto leggere sulle prestigiose riviste scientifiche americane e inglesi che gli alimenti naturali abbassano tutti i rischi di malattia e rafforzano le difese immunitarie, come si sono rimangiata l'ironia sulla regola N.1 del Naturismo alimentare, che prese le mosse da Ippocrate in persona, che cioè "Il cibo è la tua medicina"!

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3 Comments:

Anonymous dr Diabolicus said...

Fondamentale: l'ho copiato negli appunti. Grazie infinite.

19 ottobre 2009 alle ore 10:52  
Anonymous Anonimo said...

imparato molto

23 novembre 2009 alle ore 13:13  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per Blog intiresny

23 novembre 2009 alle ore 13:13  

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