mercoledì 28 febbraio 2007

INTEGRATORI. Studio: le vitamine A, E e betacarotene, se isolate, fanno male.

Noi naturisti lo sapevamo già. E poi studi del genere sono già stati fatti a centinaia. Personalmente l'ho sempre detto e scritto. Anzi, l'ho ripetuto anche lunedi scorso al Corso intensivo di Alimentazione Naturale e Terapie con Alimenti. Oggi una notizia d'agenzia divulga una meta-analisi della rivista scientifica JAMA, molto letta dai medici (che dopo preparatori di palestre e farmacisti sono i maggiori “prescrittori” di integratori), che si aggiunge a centinaia di altre ricerche e review sulla medesima materia, e conferma su ben 232.000 soggetti (non topi o ratti, ma esseri umani in carne e ossa) che gli integratori vitaminici e minerali sono inutili e apparentemente innocui oppure inutili e addirittura dannosi.

Che dire? Conferme del genere personalmente mi rallegrano, da cultore della buona alimentazione naturale. Perché l’integratore è esattamente l’opposto del cibo sano e naturale, che non deve essere trasformato fino a perdere la totalità dei suoi componenti originari, isolandone solo uno. Basti pensare (sul piano biologico-nutrizionale) che perfino il pane bianco raffinato non è naturale perché non ha tutti i componenti, figuriamoci una compressa di betacarotene! E poi (sul piano antropologico-storico) l’uomo antico forse ingurgitava pillole al posto del cibo? Quindi non è “naturale” una vitamina isolata, qualunque sia la sua origine chimica (da una pianta o dalla sintesi), né è naturale una dieta che li contenga. E poi perché “integratori”, se quella sostanza in compressa è già contenuta nel normale cibo? E perché, infine, “integratori alimentari”? Da quando le pillole sono alimento? Perché i produttori farmaceutici che li producono sono riusciti ad ottenere una legge che grazie a una assurda definizione del genere solo per non dover effettuare lunghi e costosissimi studi scientifici sulla loro innocuità ed efficacia! Quindi non esiste mai prova che vitamine, sali minerali, aminoacidi e altre sostanze estratte e isolate siano innocue o efficaci.

Ma per quanto riguarda gli altri, vedo che questi ricorrenti studi provocano la costernazione generale, sia di quelli che - come mangiatori caotici e quindi "pazienti" virtuali con un debole per il farmaco - sperano di rifarsi una verginità nutrizionale con la "pillolina" miracolosa, sia di quelli che l'integratore lo prescrivono agli altri col sadismo di chi sa, sotto sotto, di fare un placebo (medici, naturopati, preparatori atletici, erboristi), sia dei negozianti che sull'integratore ci vivono (e se dovessero basarsi sugli alimenti, sia pure "naturali" o "biologici", starebbero freschi...).
Placebo va bene (la C e il selenio, pare), ma la mortalità in aumento non è certo un placebo. E tutti i finto-giornalisti "specializzati"? R tutti quelli che, specialmente sulle riviste femminili e sul web fanno pubblicità commerciale, magari occulta, ai prodotti miracolosi? Va bene che i mass media non hanno memoria, ma mi meravigliano i giornalisti scientifici. Non si ricordano dei 2 o 3 studi pluriennali col beta-carotene, interrotti perché i tumori stavano pericolosamente aumentando?

E poi c'è la solita confusione di concetti in redazione. Il solito giornalista ignorante di cose scientifiche non ha saputo confezionare (se è stato il giornalista d'agenzia) o rielaborare la notizia di agenzia che gli è arrivata (se è stato quello di redazione), e sembra aver capito (e quindi fa capire ai lettori) che "alcune vitamine in sé fanno più bene che male", anziché "alcune vitamine estratte", "isolate" e assunte come "integratori", cioè fuori dal cibo. Perché, cari giornalisti di agenzia o di quotidiano, quasi sempre laureati in lettere e filosofia (ma proprio per questo dovreste apprezzare la differenza tra due concetti diversissimi...), non sottolineate che i problemi toccano soltanto le vitamine estratte e isolate, non non i loro alimenti di origine, che continuano ad essere preventivi e curativi grazie proprio al beta-carotene, al retinolo o vit. A, al tocoferolo o vit. E e così via? Estraendo e isolando una sostanza tra le centinaia o migliaia d'un alimento, si rompono le molteplici sinergie che legano tra loro le varie sostanze chimiche naturali, molte ancora da scoprire. E l'integratore, cioè la sostanza innaturalmente isolata dall'alimento, può acquisire gli effetti collaterali o la tossicità d'un farmaco, senza avere neanche l'effetto positivo.

Infine, si veda anche questo articolo sugli integratori, quest’altro articolo sugli antiossidanti, e infine quest’altro articolo. Ma torniamo allo studio danese:

Ricerca danese. Studio rivela: alcune vitamine fanno male
Vitamine A, E e beta-carotene aumenterebbero del 5% la mortalità
"Assolti" selenio e vitamina C
Corriere della Sera (internet), 28 febbraio 2007
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WASHINGTON - Alcune vitamine forse fanno più male che bene. A suggerirlo è uno studio apparso su JAMA (Journal of American Medical Association) secondo cui vitamina A, E e beta-carotene aumentano il tasso mortalità in media del 5 per cento per chi le assume. La vitamina C e il selenio non avrebbero invece questo effetto. Il nuovo studio è una meta-analisi, una procedura, quindi, in cui sono raggruppati molti studi precedenti. E’ stata realizzata da un’equipe guidata da Goran Bjelakovic del Center for Clinical Intervention Research dell'università di Copenhagen. I ricercatori hanno individuato 68 studi clinici controllati per un totale di 232,606 partecipanti.
"Secondo la nostra analisi" hanno detto gli autori, "Beta carotene, vitamina A e vitamina E, somministrati da soli o in combinazione con altri antiossidanti, hanno significativamente aumentato la mortalità. Non c'è invece evidenza che la vitamina C aumenti la longevità e nemmeno che cha abbia un effettio negativo sulla durata della vita. Il selenio, infine, tende a ridurre la mortalità ma sono necessari altri studi per affermarlo con certezza".
"I nostri risultati contraddicono gli studi osservazionali che dichiarano che gli antiossidanti migliorano la salute. Considerando che il 10-20 percento della popolazione adulta in Nord America e in Europe può consumare integratori con queste sostanze le conseguenze sulla salute generale possono essere notevoli" continuano gli esperti danesi.
"Ci sono diverse possibili spiegazioni per questo effetto negativo degli antiossidanti sulla mortalità. Eliminando i radicali liberi forse inteferiamo con qualche meccanismo difensivo essenziale".

UNA NATUROPATA: «Come dare il lievito a chi già... lievita per conto suo?»

Oggi mi è arrivata una simpatica lettera:

«Sono "approdata" da un mese ai suoi testi Alimentazione naturale e Manuale di terapie con gli alimenti. Una vera e propria manna dal cielo! Complimenti!
Sono naturopata, posso dire ormai che lavoro come tale da più di un anno e principalmente con l'alimentazione, occupandomi di riequilibrio alimentare principalmente attraverso i test delle intolleranze.
La mia domanda sorge spontanea: cosa ne pensa delle tanto famigerate/pubblicizzate intolleranze?
Ho appena letto il giusto elogio al lievito di birra nel suo libro e sono d'accordo con lei, ma come mai poi arrivano quasi tutti a farsi curare la pancia gonfia e 'lievitano' continuando a mangiare focaccine, pizze, pane, biscotti, grissini etc?
Come poter suggerire il lievito di birra come integratore a gente che lievita già per conto suo? La mia domanda è serissima.
Le dico che uso il test delle intolleranze (EAV) come punto di partenza verso una ri-educazione alimentare delle persone che si rivolgono a me, cercando di togliere loro cattive abitudini e reintrodurre un'alimentazione più bilanciata e naturale possibile. Io stessa ho seguito e seguo da anni questo percorso e la salute non ha fatto che migliorare.
Quel che cerco di fare nel mio piccolo è far prendere coscienza le persone di quel che fanno e mangiano e considero vero successo trasformare il cattivo in buono. Attraverso una sorta di reset bilanciato.
Sappia che predico a spron battuto contro lo zucchero - nascosto ovunque, maledizione! - e sostanze come i glutammati e oli vegetali di dubbia natura... ma come dire a una persona che abusa di cibi schifezze e presenta anche disturbi correlati di sostituire lo zucchero col miele e il pane col lievito di birra?
E' giusto, secondo lei, il periodo di reset togliendo gli alimenti che contengono quel prodotto "incriminato"? (2 mesi, con dieta a rotazione in cui un giorno alla settimana tutti gli alimenti sono assumibili, anche quelli 'proibiti', seguendo la scuola di Attilio Speciani)
A me sembra sempre più che il problema non sia l'intolleranza, ma semplicemente il sovraccarico/abuso... è questo che 9 volte su 10 mi sembra suggerire la mia macchinetta. o così la leggo...
Mi piacerebbe sapere come la pensa!
grazie mille!
Daniela Migliorati

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Grazie Daniela e auguri per la sua professione. La mia idea, condivisa da quella di molti allergologi, è che oggi intolleranze e incompatibilità varie sono diventate comode scappatoie per giustificare ogni tipo di male. Un giorno rideremo di questa mania. Si toglie il cibo incriminato e voilà, tutto dovrebbe essere in ordine. O no?
No, quasi mai funziona davvero. Senza contare che, togli questo, togli quello, la nostra famosa "alimentazione variata" va a farsi friggere: diventa solo una teoria, perché così mangeremmo solo pochi alimenti, sempre gli stessi. Ma ci pensiamo che ogni alimento vegetale contiene migliaia di sostanze chimiche naturali? E che, se il nostro organismo non funziona perché mangiamo e viviamo male, le probabilità di trovare una sostanza "antipatica" sono tante? E che non possiamo semplificare e impoverire più di tanto la nostra dieta-tipo, già tanto povera? E come mai gli Antichi non accennavano mai a questo problema?
Lei, perciò, sul momento tolga pure l'alimento sospettato, ma prepari il soggetto a riconsiderare tutta la sua alimentazione.
E a proposito di ventri gonfi. Io a 15 anni soffrivo di colite spastica o colon irritabile (chiara sindrome psico-somatica, col senno di poi…), e il medico mi vietò tutto: verdure, frutta, legumi, erbe, cibi piccanti, fritture. Per fortuna non lo ascoltai. Tranne gli ultimi, sono gli alimenti che ho mangiato e che tuttora mangio di più. Qualche anno dopo diventai appassionato di alimentazione naturista e imparai a mangiare tutto completo e integrale: cereali, legumi, verdure e frutta, oltre a pochi cibi animali, per lo più latticini e uova.
In Italia, come lamenta lei, c'è davvero un abuso di cibi amidacei. Troppi per un popolo di non-sportivi. E, a parte l'eccesso calorico, fanno male perché sono raffinati. Se fossero completi, darebbero senso di sazietà molto prima, e perciò se ne mangerebbe molto meno. Inoltre darebbero vantaggi farmacologici per le sostanze presenti nel rivestimento, tutte antinutrizionali: fibre solubili e insolubili, polifenoli, saponine, inibitori delle proteasi, fitati, lectine ecc.
Nessuno può dare consigli a distanza e senza considerare il soggetto concreto. Però il mio suggerimento è di fare così: nei casi critici sostituisca i cereali raffinati (pasta, patate, pane, riso, pizze, grissini, toast e croissant ecc.) con analoghe forme di cereali integrali. Se nel paesino o nel quartiere il paziente non trova la forma corrispondente di cereali integrali, la sostituisca con un'altra forma o un altro cereale integrale. Esempio: se a Borgone di Susa non c'è il buon pane integrale (in Italia il pane integrale è pessimo, quasi sempre "finto-integrale"), la ragazza o l'anziano facciano colazione con i fiocchi di avena o con budini di semola integrale di grano (in pratica polenta) dolcificati con uvetta e poco miele e melassa. E così via (era solo un esempio).
E non è finita. Oggi mangiamo troppi cereali. Una parte di questi, anche dopo averli rimpiazzati con i cereali integrali, venga sostituita con porzioni abbondanti di legumi (dalle lenticchie ai ceci) e con verdure crude e cotte. I legumi sono antiossidanti, ma anche dimagranti per le tante sostanze anti-nutritive che hanno. E mangiati spesso - anche ogni giorno - non danno nessuno dei problemi digestivi (meteorismo, indolenzimento del ventre) che danno se sono mangiati di rado.
Un'altra parte dei cereali la si sostituisca con verdure di color verde scuro o molto colorate (rosso, arancione, violetto): sono ormai la medicina n.1 d'ogni giorno: ne dobbiamo consumare almeno 3 porzioni al giorno. Più almeno 3 porzioni al giorno di frutta acidula o molto colorata, quella che macchia dita e tovaglia (arance sempre, e nelle stagioni giuste prugne, fragole, mirtilli, uva nera, meglio se "da vino"). Sono le più ricche di antiossidanti.
Niente fritture e solo olio extra crudo (calcolato a cucchiai: 1 per il primo piatto e 1 per il secondo o l'insalata).
Faccia cominciare da un "antipasto" di insalata mista: così le pareti intestinali si distenderanno e i soggetti avranno meno fame per la seconda portata.
Faccia sostituire gran parte della carne e del formaggio col pesce. Ma per usufruire degli acidi omega-3 bisogna mangiare anche il fegato del pesce...
Tutto questo dovrebbe dare una svolta dietetica e rafforzare le difese.
Ma guardi che gli Italiani sono molto conservatori, specialmente delle tradizioni sbagliate: troverà molto difficile farli passare all'integrale. Perfino i nutrizionisti italiani di Stato non l'hanno calo trovano difficile, e hanno censurato la "piramide" alimentare. Solo in Italia (pressioni degli industriali, che temono il rifiuto del pubblico?) ancora si parla di pane e pasta in genere, senza specificare "integrali".
Sul lievito, tranquilla: quello in polvere o in compresse per uso come integratore vitaminico e minerale è devitalizzato e non fermenta. E' un ottimo ausilio per la digestione e per il complesso vitaminico B (tutte le vitamine B, tranne la B12 ovviamente).
Il dolce e lo zucchero sono un problema "culturale": siamo ormai abituati al dolce consolatorio, a differenza degli Antichi. Ridurre questa assurda dipendenza che sbilancia tutta la dieta. Recuperare le antiche e sanissime colazioni del mattino non dolci, p.es. pane integrale, ricotta, con un pizzico di sale e timo o origano tritato, un tè verde e 2 arance.
Sui miei libri da lei citati, se dovesse trovare disparità, dia retta più al Manuale di Terapie (più recente e con tutti gli studi da me studiati e controllati).
Complimenti per averli trovati: sono entrambi ormai esauriti.
A lei, cara Daniela, il saluto mio e dei 22 partecipanti del "Corso intensivo di Alimentazione Naturale e Terapie con gli Alimenti", che proprio in questi giorni sto tenendo a Roma.
Chissà che non riesca a tenerlo anche nella sua città.
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IMMAGINE. Lievito di birra in polvere devitalizzato (vuol dire che non fermenta, e quindi non può servire per far lievitare il pane, e neanche il… colon!) per uso come integratore alimentare. Per il dosaggio è più adatto quello in compresse (2 in ciascuno de 3 pasti della giornata).

domenica 25 febbraio 2007

LETTERA DAL VENETO. Nuova edizione del libro, yogurt e "cattive" lectine

"Sono un grande appassionato di medicina e in particolar modo di alimentazione naturale", mi scrive un lettore da Conegliano Veneto. E così continua:
"Ho avuto modo di leggere quasi tutti i suoi libri e ritengo "L'alimentazione naturale" il miglior testo in assoluto attualmente in circolazione (sono 10 anni che lo leggo e lo rileggo), per cui le faccio innanzitutto i miei migliori complimenti anche per la parte legata alla storia e alle tradizioni dell'alimentazione mediterranea.
Avrei gentilmente qualche domanda che è tanto tempo che volevo farle:
1) L'ultima edizione di tale bellissimo manuale, che io sappia, è del 1992 o 1995: sono previsti aggiornamenti ? (per quanto i principi base sappiamo esser certi).
Per esempio nel capitolo dedicato allo yogurt ora si sa (mi corregga se sbaglio) che pare che solo i fermenti "probiotici" passino indenni le mucose del tubo digerente, argomento che non è citato;
2) Che ne pensa della relazione tra alimentazione e gruppi sanguigni? Mi ha molto colpito l'ipotesi del dott. Peter J. D'Adamo, secondo cui le lecitine contenute nei cibi vengano accostate agli antigeni del sangue, ragion per cui alcuni cibi verrebbero considerati "amici" ed altri "nemici". Alcuni dicono che non ci sono vere prove scientifiche, ma tale studioso ha dedicato tutta la vita all'argomento e cita vari esempi.
3) Esiste nel blog la possibilità di affrontare tali argomenti?
Grazie mille e cordiali saluti
Alessandro Fogliata
Conegliano (Treviso)"
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Caro amico, questo sito-blog l'ho inaugurato per il Seminario intensivo di Alimentazione Naturale e Terapie con gli Alimenti che sto tenendo a Roma (ma che si può tenere in ogni città d'Italia: bastano 20 persone). Ma è chiaro che, visto che c'è, può servire anche a scambiarsi opinioni e informazioni d'ogni genere sull'alimentazione naturale e sugli argomenti collegati. Le rispondo in sintesi.
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1. Libro. Il manuale L'Alimentazione Naturale è ormai esaurito e non verrà ristampato, almeno dalla Mondadori. D'altra parte ha ben 27 anni. E' troppo per un libro. E' vero che nel 92 triplicai il numero delle pagine grazie agli aggiornamenti scientifici, e poi lo corressi con aggiunte tratte dal mio Manuale di Terapie nel 96, ma è pur sempre un libro pensato nel 1979. Oggi lo penserei e rifare in modo totalmente diverso (come forma, impaginazione, suddivisione in capitoli ecc), e toglierei molte cose dalla parte generale di sapore, diciamo così, "romantico-alternativo", che prendono molte righe, per aggiungere nuove scoperte e nuovi studi sull'uomo. La Mondadori per motivi di costi non mi ha mai permesso di riscriverlo tutto, oltre a usare carta pessima e copertine bruttissime (ecco i 3 motivi per cui avevo espresso critiche severe, tanto che ci siamo molto raffreddati negli anni). Insomma, ormai il libro non mi rappresenta più. Se anche trovassi un editore interessato (deve essere serio, grande perché un tomo di 700 pagine costa molto alla composizione, e perché deve distribuire bene in tutte le librerie, e inoltre deve pagare correttamente l'autore: 3 condizioni ormai difficili in Italia), dovrei studiare almeno 3 mesi per riscrivere da zero tutto il libro. Che sarebbe molto più bello, più pratico, più brillante (un po' nello stile da ipertesto del Manuale di Terapie, che invece mi rappresenta ancora, e che spero lei abbia letto).
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1a) Yogurt. Sono andato a riguardare la voce, e per fortuna alla fine (p.575) si avanzano riserve sulla reale assorbibilità dei lactobacilli, citando alcuni studi. Ma l'argomento è ben trattato in 3 pagine del "Manuale di Terapie con gli Alimenti" (capitolo Vaginite). Il problema è che lo yogurt ad alto tasso di acidophilus non è tradizionale presso nessun popolo della Terra, ma ormai è diventato una specie di yogurt artificiale, "farmaceutico", più efficiente, come quelli con il B. Casei , i bifidobatteri ecc. Però forse ancora regge l'analogia con le selezioni dei vegetali... In fondo le carote di oggi sono molto più ricche di beta-carotene, molto più arancione di quelle del passato (gialle). Certo, la coltura può essere modulata, e in fin dei conti allo yogurt o al latte noi possiamo aggiungere qualunque cosa... Fatto sta che gli yogurt delle Centrali del latte o delle produzioni più diffuse hanno ancora i microrganismi classici. Anzi, i più buoni di sapore (perché hanno più... panna aggiunta) sono quelli meno ricchi di bacilli e meno efficaci. Come quello greco, una vera mistificazione, il più costoso e il più povero in assoluto di fermenti...Senza contare la truffa della "crema di yogurt" che non è yogurt (il Mueller). Sullo yogurt farò un articolo a parte nei prossimi giorni.
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2. Dieta dei gruppi sanguigni. Ho già risposto ad un'amica che segue il corso (sta nei commenti sotto l'articolo del peperoncino). Guardi che non si tratta delle lecitine, ma delle lectine (o agglutinine), utilissime sostanze anti-cancro, ma anche - come accade a molte sostanze naturali - double face, cioè anti-nutrizionali. Dottor Jeckill e Mister Hide. E' ricco di lectine anche il germe di grano.