mercoledì 4 novembre 2009

LINEE GUIDA. Nuova Piramide Mediterranea. Entra l’integrale: era ora

LEGENDA
≥ uguale o superiore, cioè "almeno"
≤ uguale o inferiore, cioè "al massimo"

A conclusione della III conferenza internazionale Ciiscam (Parma) è stata diffusa oggi la nuova Piramide Alimentare della dieta Mediterranea moderna, realizzata dagli istituti Inran e Ciiscam (Italia), in collaborazione con gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Per la prima volta troviamo chiaramente scritto in una Piramide ufficiale italiana: carne, non più di 2 pz a settimana (anche se poi, di lato, c'è 1 inutile pz di salumi) e legumi, almeno 2 pz a settimana. Una specie di "sorpasso" storico. Inoltre, alla base della piramide per la prima volta troviamo insieme, nella medesima fascia, cereali, frutta e verdura (finalmente suggerita in quantità maggiore della frutta). Ottimo per gli inesperti il suggerimento di "variare il colore". E' anche la prima volta - come ha notato Carlo Cannella, presidente dell’Inran - che la Piramide viene costruita ponendo in primo piano gli alimenti che compongono i pasti principali e, via via a salire, gli altri alimenti necessari a completare il pasto, distribuiti, a seconda che la frequenza di consumo consigliata sia giornaliera o settimanale.
La Nuova Piramide della Dieta Mediterranea Moderna, rivolta a tutti gli individui di età compresa tra i 18 e i 65 anni, mette in evidenza grafica prioritaria l’importanza basilare dell’attività fisica, ma anche dell’abitudine di bere acqua e, curiosamente, anche della "convivialità a tavola" (e i singoli?), suggerendo anche di privilegiare il consumo di prodotti locali su base stagionale.
In quanto ai contenuti, la cosa che sul piano nutrizionale e dello "stile di vita" balza subito agli occhi è l’esplicito riferimento, visibile alla base della Piramide, quindi in prima posizione, ai "cereali preferibilmente integrali".

E’ davvero la prima volta in una piramide concepita in Italia. E, da primissimi se non unici fautori, fin dai lontani primi anni ’70, quando i tanti dietologi e i rari nutrizionisti allora esistenti sostenevano che i cereali integrali erano "faddism", cioè una mania, una fissazione di noi naturisti e salutisti ippocratici.
Era ora! Questa è un po’ anche una nostra vittoria personale. A livello ufficiale, l’Inran e il Ciiscam sono state "costrette" dalla Scienza a prendere atto che la Tradizione dei cereali integrali, antica quanto l’Uomo e cardine della medicina e dell’alimentazione naturista o "naturale", cioè la più adatta all'Uomo, è validata ormai senza possibilità di discussione da migliaia di studi sperimentali, epidemiologici e clinici.
Eppure, fino a ieri, letteralmente, le resistenze a questo concetto preventivo e salutistico si sono fatte sentire, eccome. In televisione e nei consigli ai lettori dei quotidiani, quasi tutti i nutrizionisti italiani ancora insistono con le cautele, con la messa in guardia, quando addirittura non col reazionario "no all’integrale", reo di "far perdere sali minerali", come se il cibo naturale dell’Uomo dovesse essere composto di nutrienti perfettamente assimilabili al cento per cento, insomma un nutrimento pensato apposta per gli umani, anzi per i nutrizionisti teorici, quindi "puro", senza scorie, magari privo delle migliaia di sostanze extra-nutrizionali, anti-nutrizionali e perfino tossiche che ha il cibo naturale. Insomma, si voleva un cibo in qualche modo artificiale. E infatti così è il cereale raffinato: pane, pasta, riso, polenta e altrii su cui si è basata finora la finta "Dieta Mediterranea" che l'Homo Mediterraneus non ha mai conosciuto prima degli anni 50. Infatti un cibo vegetale, privato di tutte le sostanze messe da madre Natura per le sue finalità, è una cosa assurda.
E così molti "esperti", forse per non costringere la grande industria pastaria e molitoria italiana a riconvertirsi, e quindi a rischiare di fronte ad un pubblico di consumatori ancora ignorante, tacevano sul fatto che l’integrale, in cambio di una minore assimilazione dei nutrienti, in realtà riduce i rischi di sintomi e malattie gravi e gravissime, come stipsi, obesità, varicosi, diabete, malattie cardiovascolari e tumori.
Ora, però, e ne siamo lieti, anche a livello di Piramide alimentare ufficiale nazionale (anzi, internazionale), si sta cominciando a cambiare rotta.

Non si confonda questa neonata Piramide della Dieta Mediterranea con la ben più chiara, gradevole e aggiornata sulla base della prevenzione Piramide dell'Alimentazione Naturale che abbiamo disegnato proprio per questo blog (vedi). Si noterà con piacere, comunque, che ormai le Piramidi dei nutrizionisti di Stato tendono ad assomigliare sempre di più a quelle dei nutrizionisti naturisti. Perché la Scienza finalmente ci dà ragione, e coloro che un tempo bollavano come "fissazioni" o "eccessi", le indicazioni di poca o niente carne, tanta verdura e frutta, molti legumi e tutti i cereali integrali, oggi sono costretti a studiare, e ad adeguare le loro tabelle. Una bella soddisfazione.

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domenica 1 novembre 2009

PREZZI. Il diavolo sta col cibo spazzatura: più care frutta e verdura

Già in precedenza, zucchero raffinato, bibite da bar, birra, panini, margarina, strutto, oli di semi vari "da friggere", caramelle, creme spalmabili, salse, gelati, biscotti e dolcetti vari, insomma tutto il junk food di cui si riempiono il carrello pensionati dimessi, adolescenti e casalinghe in preda al raptus "carestia", costavano pochissimo.
Che invidia per noi virtuosi, che senza carrello reggevamo in un acrobatico abbraccio sei pacchetti di spaghetti integrali, 2 scatole di pizzoccheri della Valtellina, una confezione di yogurt da mezzo litro senza l’aggiunta di nulla, 1 bottiglia di passata di pomodoro semplice, un tubetto di doppio concentrato ("licopene antiossidante a 45 cent": che slogan che si è perso il grafico!), 2 buste di verdure scelte e pesate da noi (già, niente buste pronte: è provato che hanno molto meno vitamine). E facevamo anche il nobile gesto di rifiutare le sportine di plastica, indicando lo zainetto pronto dietro le spalle (ma sì, basta, non se ne può più con le plastiche, torniamo alle sportine di tela o alle reti, utilizzabili migliaia di volte).
Ma ora, in piena crisi economica, la disparità tra viziosi e virtuosi davanti alla cassa dei supermercati è ancora più marcata. I primi, anziché essere puniti (tanto verranno puniti dalla sorte, vien fatto di pensare cinicamente stando in fila), sono stati avvantaggiati dal crollo delle economie mondiali. Le loro schifezze costano meno, sempre meno, rispetto ai vegetali freschi e all’integrale. Senza contare il "bio", che già costava un occhio della testa.
Di questo paradossale aumento dei cibi salutari si sono occupati anche i nutrizionisti e gli economisti di mezzo mondo. I secondi hanno elaborato perfino qualche studio statistico. Frutta e verdura fresca sono aumentate molto di costo e quindi di prezzo. Mentre il "cibo spazzatura" di cui si ingozzano beati e ignari i nostri dissimili è scandalosamente economico. Ormai è chiaro che Satana è dalla loro parte, ovvio; e come potrebbe essere altrimenti?
Il grafico, tratto dal Bureau of Labor Statistic, mostra che la tendenza negli Stati Uniti dura da decenni, e che negli ultimi tempi si è solo rafforzata. Dal 1978 ad oggi, con la correzione dell’inflazione, il prezzo dei vegetali freschi (verdura e frutta) è salito del 40 per cento sulla linea dell’indice generale dei prezzi, mentre il prezzo di bevande gassate, birra e burro è addirittura diminuito di quasi altrettanto. Il fenomeno è stato registrato in tutto il mondo, Italia compresa.
E il brutto è che la gente senza soldi o senza informazione, come anziani o giovanissimi, prende la cosa per un invito a consumare di più proprio i prodotti che fanno male. La crisi economica sta peggiorando ovunque i livelli della qualità alimentare. Perché far bollire della pasta o lavare e condire la costosa insalata, quando si può mangiucchiare in ufficio o in auto qualche economicissimo crackers o cioccolatino? Perché comperare costose arance, quando un certo sapore di arancia è dato per pochi cent dalla bibita in lattina fatta solo di acqua, zucchero, aromi e coloranti?
Insomma, questa crisi è davvero diseducativa.

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