L' ALIMENTAZONE NATURALE. Mangiar sano tra tradizione e scienza
Insomma, già da questa premessa si capisce che il termine "naturale" ha diversi significati. E il mio primo e più fortunato manuale Mondadori, che ebbe numerose ristampe e riedizioni, ha finito col suo titolo per denotare un genere, cioè il regime alimentare di lungo periodo basato sul mangiar sano.
Sano in che senso? Sano doppiamente: primo, perché fondato su cibi singolarmente sani (e questa, stranamente, è la coindizione più relativa, visti i tanti veleni naturali di ogni cibo vegetale); in secondo luogo perché armonico e bilanciato correttamente nei suoi componenti, in modo da delineare un regime "specialmente adatto all'uomo".
Il cibo naturale, insomma, non è la somma di alimenti singolarmente "puri" o perfetti in sé (che forse non esistono o sono poco rappresentativi per una dieta completa), ma è il complesso dell'intera alimentazione più adatto nel lungo periodo allo sviluppo e alla prevenzione della spcie Uomo. Il tutto, ahimé - col metodo empirico detto "per prove ed errori".
E quanti morti, quante diete debilitanti, quante decadenze di civiltà altrimenti inspiegabili, sono state provocate dal cibo. Tuttora, gli statistici epidemiologi (da Peto e Doll ad oggi) calcolano che le sole morti per cancro provocate dagli alimenti assommino al 30-50 per cento del totale. Un'enormità. Ha detto bene, perciò, l'oncologo Giuseppe Della Porta, da noi intervistato: "Il cibo, soprattutto i vegetali, ha modulato, ha selezionato la specie umana, più degli animali feroci". Ne siamo ultra-convinti anche noi.
Ecco, perciò, l'importanza di capire il vero significato del concetto di "naturale" e "sano".
Insomma, è "naturale" per la specie Uomo non l'utopico alimento "non inquinato" nato nel Paradiso terrestre, che conserverebbe tutti i suoi 1000 o 10 mila veleni naturali, ma più realisticamente mangiare in un certo modo, anziché in un altro, selezionando alcuni cibi anziché altri, una certa dieta al posto di un'altra, saper scegliere tra crudo e cotto, indovinare le quantità, utilizzare un metodo di cottura al posto di un altro. E così via. In fondo un cane, o un canarino, e il signor Rossi, è indubbio, si nutrono (dovrebbero nutrirsi) in modo diverso. Ed è altrettanto "naturale", visto che l'alimentazione è anche un fattore antropologico-culturale, che il signor Rossi sia naturalmente attratto da alcuni cibi, anziché da altri.
Ma oggi sappiamo che ogni alimento ha circa 10 mila sostanze chimiche naturali. La stragrande maggioranza delle quali non nutre o è antinutritiva. E' come se mangiassimo per tutta la vita alimenti dotati di piccole quantità di aspirina, sciroppo per la tosse, analgesico, antibiotico, digestivo, lassativo, antireumatico ecc. Altro che "cibo": tavola siamo di fronte a vere e proprie "bombe" farmacologiche. Come orizzontarsi?
Nell'ambito dell'alimentazione naturale, perché elettiva e antropologica della specie Uomo (scelta per prove ed errori nei millenni), c'è dunque anche la questione della naturalità, salubrità o congruità dei singoli alimenti, delle singole bevande. Oggi, specialmente, quando ormai la Scienza moderna si affianca e sostituisce egregiamente la Tradizione naturista nel valutare ogni alimento come vero e proprio farmaco da utilizzare nella prevenzione e addirittura nella terapia.
Dall'antropologia umana, alla tradizione millennaria della medicina naturista (che prende le mosse da Ippocrate), alle scoperte della Scienza sperimentale di oggi, dalla biochimica della Nutrizione, fino alla prevenzione e terapia(oncologia, cardiologia ecc) e alle prospezioni epidemiologiche. Ecco il vasto ma affascinante ambito della Alimentazione Naturale.
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