lunedì 8 dicembre 2008

CRUDISMO. L’eccesso di cibo cotto fa danni, dicevano gli antichi naturisti

A Milano, presso il bel Centro Botanico degli appassionati Naj Oleari, ho tenuto sabato 22 e domenica 23 novembre scorso, un primo "Corso sperimentale di Alimentazione e Cucina Crudista" che ho intitolato come il mio libro Mondadori (ora esaurito, ma mi appresto a rieditarlo) sull'argomento: "Tutto Crudo".
Ma il mangiar crudo - ho esordito meravigliando i presenti - non è "cosa da cuochi", o per lo meno solo da cuochi. Intanto, il pericolo - a lasciar loro le mani libere - è imitare in modo acrobatico le forme codificate del cottivorismo (p.es., pane, spaghetti, involtini), il che va bene per la sorpresa che genera tra amici o clienti, ma va male se la gente crede che alla somiglianza esteriore corrisponda un'analoga equivalenza nutrizionale e dietetica.
No, per fare della buona cucina cruda bisogna rivoluzionare tutto a tavola ed essere un po'... nutrizionisti. E così a fare da pastasciutta potrebbe esserci un insospettabile contornino di germogli di grano, magari servito insieme al secondo piatto.
E poi, sembra una moda di oggi, e a guardare agli Stati Uniti certamente lo è. Ma il crudismo è alle origini non solo della vita dell'Uomo, ma anche del movimento naturista, fondato sull'alimentazione naturale e la medicina ippocratica. Perciò facciamo un passo indietro, prima di arrivare negli articoli futuri alle gustose e creative ricette gastronomiche crudiste.
L’alimentazione cruda è stata la prima dell’Uomo dalle origini fino all’invenzione delle tecniche per accendere il fuoco. Per milioni di anni l’Uomo ha mangiato cibi crudi o sommariamente cotti (in realtà cotti o spesso bruciacchiati solo in superficie), come carne, radici e tuberi amidacei.
L’invenzione dell’agricoltura (appena 12 mila anni fa) ha permesso per la prima volta di ricorrere stabilmente a cibi vegetali sufficienti, ma non eliminò la tendenza crudista, anzi la estese a gran parte dei vegetali coltivati.
Anche in tempi storici il crudismo era presente nella vita quotidiana. Negli studi preliminari per il mio libro La tavola degli Antichi (Mondadori) trovai un testo latino da cui si ricava che i soldati romani per passatempo e nutrimento erano soliti masticare nelle lunghe marce i chicchi di grano crudo (integrale, ovviamente) della propria razione trasportata nello zaino. L’uso di masticare frumento comprendeva a maggior ragione anche il cosiddetto "grano verde", di cui parla Salaparuta, cioè i semi immaturi e teneri ancora sulla spiga, come riporta un brano del Nuovo Testamento.
Nella preistoria, e comunque prima dell'invenzione dell'agricoltura, il crudismo era applicato anche a carni e pesci. La scienza oggi ci rivela che così facendo i nostri Antenati evitavano senza saperlo la forte cancerogenicità delle carni cotte (aldeide malonica, amine eterocicliche come quinoline, quinoxaline, piridine, idrocarburi policiclici aromatici come il benzoapirene ecc).
Il Naturismo, filosofia scientifica della "vita secondo natura" che prende le mosse da Ippocrate e dai salutisti antichi, e che poi ebbe una grande rinascita dalla fine dell'Ottocento agli anni 30 del Novecento, ha sempre indicato nel crudismo tendenziale, soprattutto vegetarianao, la via migliore per la conservazione della salute
I terapeuti o medici naturisti del passato erano tutti favorevoli al crudismo, per quanto possibile, cioè senza fanatismo, avendo intuito fin d’allora che i cibi crudi posseggono tutte le sostanze "vitali" (espressione tipica del vitalismo trascendente delle filosofie antiche: oggi si direbbe più scientificamente "ad attività farmacologica" o preventive e terapeutiche) che la cottura distrugge. Intuizione geniale dettata dalla quotidiana osservazione e dalla grande intelligenza degli Antichi.
Solo oggi, infatti, abbiamo le prove che la cottura distrugge non solo parte dei nutrienti ma la maggior parte delle indispensabili sostante farmacologiche non nutritive (phytochemicals). E conferma questa regola l’eccezione dei soli carotenoidi (licopene e beta-carotene) che negli ortaggi crudi si assimilano un poco meno. Ma in pratica le loro fonti crude sono così numerose (v. il pomodoro e tutte le foglie verdi) da non costituire un problema.
I grandi naturisti dei tempi più recenti, tra Ottocento e Novecento, fecero del cibo crudo uno dei cardini del mangiar sano e naturale, accanto all’integralità e completezza del cibo, e all’assenza di trasformazioni eccessive, di conservazioni inutili, e di additivi.
Il grande medico naturista e idealista svizzero Max Bircher Benner spingeva non solo i suoi pazienti ma tutti a "mangiare cibi vivi", intendendo per "vivi" gli alimenti completi di ogni loro parte (integrali) e trattati al calore il meno possibile (per lo più crudi). Dal che si evince che era ed è ritenuto inutile consumare crudi i cereali raffinati, cioè spogliati del loro rivestimento contenente le sostanze farmacologicamente attive (tra cui le fibre e il germe).
Di qui l’uso regolare della zuppa di fiocchi di cereali integrali crudi (soprattutto l’avena, perché più tenera e dolce) con latte, frutta fresca, secca e oleosa, che aveva visto consumare presso i montanari svizzeri. Un pasto completo, perfetto, sano, leggero, molto digeribile, sufficiente a saziare per molte ore, che Max Bircher Benner chiamò "muesli" prendendo la parola ai montanari, e che regalò a tutti, col suo tipico idealismo, senza registrare neanche il logo come marchio di fabbrica.
Il grande medico naturista francese Paul Carton esortava nella sua pratica e nei suoi libri a consumare ogni giorno anche alimenti crudi (cereali, legumi, verdure e frutti). Contro l’uso diffuso di alimenti conservati e sterilizzati – scriveva nel suo Décalogue de la Santé – le crudità "mineralizzano, decongestionano, decostipano, purificano il sangue, puliscono gli emuntori, aumentano le immunità naturali". E bisogna anche masticare bene.
Il famoso entusiasta propagandista americano Gayelord Hauser fece negli anni 30 del crudismo un tema salutistico popolare, brillante, mondano (divenne anche il consigliere e terapeuta delle dive di Hollywood, a cominciare da Greta Garbo), finalizzandolo ai due eterni miti dell’uomo: la bellezza e l’eterna giovinezza. Fu lui ad inventare i "bar naturisti", dove regnavano frutta e verdura, dove tutto era crudo, fresco, di buon sapore e naturale, tutto veniva frullato, estratto o tagliato all’istante, e presentato non solo crudo ma anche in modo molto appetibile per soddisfare il piacere del gusto, dei colori della Natura e della vista (frutta, verdure, succhi centrifugati, oltre a tisane, tè ecc). I suoi cardini erano: crudo, frutta e verdura. Unici integratori naturali: germe di grano e lievito di birra, per completare col pieno di vitamine E e B. Nonostante i miei sforzi, bar del genere non ce ne sono ancora in Italia..
Al contrario, il terapeuta e propagandista svizzero Ernest Günter, austero e severo, nulla concesse al piacere, al buonsenso e alla psicologia del cibo, e fece del crudo il cardine d’una dieta monacale proponendo perfino piccole porzioni di patate crude e la farina di grano "trempé", cioè ammollata in acqua, al di là di qualsiasi germinazione. Imitato in alcuni punti dalla dr.ssa Kousmine (v. l’ostica "crema Budwig" di farina cruda, olio di semi macinati ecc). Il successo mondano di Hauser veniva così neutralizzato: il crudismo era risospinto all’indietro lontano dalle folle e dal successo, verso l’ascetismo degli antichi digiunatori, il rifiuto dei sensi, i monaci-adepti, la malattia.
Altri grandi medici, celebri nutrizionisti, divulgatori alimentaristi e idealisti riformatori (Reformhaus per i naturisti in Germania era la Casa della Riforma, riforma del cibo come primo elemento della grande riforma della vita o Lebensreform) che fecero del cibo crudo (Rohkoster, "mangiatori di verdure crude", era il nome del movimento crudista-vegetariano-naturista tedesco negli anni 20) il fondamento della loro pratica medica, del loro insegnamento, della loro divulgazione, o perfino della loro impresa, furono Kollath, Karell, Mayr, Brauchle, Ehret, Valnet, Waerland, Shelton, Wyckaert, Tallarico, Passebecq, Oudinot, Mosseri, Salaparuta, Kousa, Lodispoto, Businco, ecc.
E proprio quest’ultimo, medico allergologo e animatore in congressi, premi e articoli dell’alimentazione sana e naturale, nell’introduzione che volle scrivere per il mio libro Tutto Crudo (Mondadori 1985) partiva dal concetto doppio e speculare che riassumo così: come "la vita è nata col crudo" sulla Terra e tra gli Umani, così oggi la scienza medica ha riscoperto, grazie al potere preventivo e terapeutico del cibo non trattato col calore, che "il crudo è vita".

.IMMAGINE: involtini crudisti vegetariani

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9 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Nico, ci dici che menu hai proposto al seminario dei Naj Oleari?

10 dicembre 2008 alle ore 10:18  
Anonymous Anonimo said...

Cavolo, non ne sapevo niente, mi sarebbe piaciuto partecipare!

10 dicembre 2008 alle ore 16:42  
Blogger Nico Valerio said...

Caro anonimo, per correttezza nei confronti dei partecipanti paganti al seminario, non mi sembra il caso di rendere pubbliche ricette originali e menù. Anche perché sono parte integrante del mio Corso "Tutto Crudo". Però quanto prima pubblicherò un articolo sulla gastronomia del crudo con varie ricette e soluzioni tecnologiche.

10 dicembre 2008 alle ore 16:47  
Blogger Unknown said...

Ma, io faccio i fiocchi di avena in casa e li consumo crudi, Però: perchè ho sempre letto che l'amido si digerirebbe solo cotto? E' una falsità?
Naturalmente io il mio muesli crudo lo digerisco senza problemi :)
Grazie!

15 dicembre 2008 alle ore 17:10  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Valerio, sono crudista vegetariana e volevo sapere se il tuo libro Tutto Crudo e quello del duca si Salaparuta sul crudismo si trovano ancora in commercio. Non ho trovato nulla. Complimenti per i blog.

29 dicembre 2008 alle ore 14:02  
Blogger Nico Valerio said...

LIBRO "TUTTO CRUDO". Ha avuto varie riedizioni, ma ormai è esaurito da anni, e fu scritto oltre 20 anni fa, quando la scienza si occupava poco degli alimenti. Oggi con la mole di ricerche scientifiche sul cibo si conoscono molte più cose di allora, e lo scriverei tutto diverso. Mi costerebbe mesi di fatica gratuita (gli Italiani leggono poco). E il grande editore pretende 5000-10 mila copie vendute all'anno. Meglio tenere Corsi per 25 interessati per volta in ogni città, a richiesta. Almeno mi accorgo se hanno capito o no, a differenza dei lettori.

2 gennaio 2009 alle ore 22:30  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Nico,

complimenti per il tuo blog che leggo molto volentieri. Sono crudista circa al 90 % da ormai 7 mesi e dopo tutti i miglioramenti di salute che ne ho tratto non mi rimanda più nessuno indietro ;-)

Per quanto riguarda l'editoria... hai mai pensato di scrivere un e-book e venderlo tramite il tuo blog o magari un editore online come Bruno Editore?

Buona vita,

Francesco

7 gennaio 2010 alle ore 10:11  
Blogger Nico Valerio said...

Digestione dell'amido crudo. Mammafelice è un record come gaffe: ti rispondo dopo un anno, scusa. Sì, l'amido si digerisce bene senza problemi anche a crudo. Basta masticare un po'. Il nostro corpo prevede ben 3 livelli di digestione dell'amido, senza contare poi la fermentazione ad opera dei batteri del colon di quanto eventualmente rimasto. Gli antichi romani usavano per passatempo (come la nostra gomma) masticare chicchi di grano crudi. Lo facevano anche i soldati lungo le marce.

7 gennaio 2010 alle ore 11:35  
Anonymous Anonimo said...

In pratica oltre a fiocchi di avena e piselli freschi da quali altri legumi e cereali - senza germinare o macinare - si può trarre nutrimento?
Grazie

4 ottobre 2010 alle ore 00:10  

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