martedì 3 marzo 2015

RICOTTA, latte, yogurt e latticini contro fame, diete grasse, obesità e senescenza.

Ricotta-Romana-D.O.P.Latte e latticini sono stati tra i primissimi cibi naturali dell’Uomo. Ci sono prove archeologiche e biologiche che in Europa in tempi preistorici, almeno da 10.000 a 7.000 anni fa (Età della Pietra), i latticini erano un’importantissima fonte alimentare, e che la Natura aveva dotato i popoli che ne facevano uso regolare della capacità di trasmissione genetica dell’enzima lattasi per digerire il lattosio del latte. Sull’uso generale e sugli aspetti nutrizionali di latte, latticini e formaggi in una dieta sana, si veda questo articolo-monografia, che tiene conto anche dei lacto-ovo-vegetariani.
      Stavo cercando una pubblicazione della Fao in una pila di libri e opuscoli scientifici ormai impolverata sulla mia seconda scrivania, quand’ecco che mi riappare dopo due anni un fascicolo con uno studio-review del prof. Strata, uno dei più famosi clinici alimentaristi, dedicato alle “evidenze scientifiche recenti” delle proprietà extra-nutrizionali, cioè le proprietà preventive e terapeutiche di latte e derivati, studio che avevo già giudicato molto interessante e meritevole di diversi articoli. Sì, ricordo che volevo recensirlo “subito”, ma poi è stato sommerso da una pila sempre più alta di libri e l’ho perso di vista. Il caso, quindi, ha voluto che mi ricapitasse in mano questa attualissima e documentata review pubblicata da Progress in Nutrition, di cui isolo per ora solo la piccola parte iniziale: l’ influenza dei latticini sulla perdita di peso.
      Ma come, latticini e formaggi, “con tutti i grassi che hanno”, non fanno aumentare di peso? Lo si è sempre saputo, lo dicono anche le mamme, le nonne, le dietiste della Asl, lo scrivono le giornaliste sui giornali femminili. Sarà pure vox populi, ma scientificamente è sbagliata. A parte che perfino il latte intero è “magro” (appena 3,6% di grassi), a parte che oggi si producono ottimi e vendutissimi yogurt che hanno solo lo 0,1% di grassi, perfino i formaggi più ricchi di lipidi hanno una piccola ma significativa percentuale di protettivi acidi grassi insaturi, tra cui l’oleico (p.es., il formaggio “latteria”ne ha il 9,8%). Certo, come per ogni cibo, anche per i latticini bisogna vedere quanto se ne consuma e soprattutto insieme a quali e quanti altri alimenti: insomma, il problema vero è la qualità-quantità della dieta complessiva. Con porzioni esagerate inserite in una dieta abbondantissima e sbilanciata, forse si riuscirebbe a ingrassare perfino stramangiando legumi, noto cibo anti-nutritivo! Fatto sta che di per sé, se correttamente consumati, confrontati con altri alimenti di pari calorie, i latticini non fanno aumentare di peso, anzi, al contrario, per dirne solo due, riducono la fame e aumentano metabolismo ed escrezione dei grassi.
      Così, dopo numerosi esperimenti di laboratorio e precisi studi clinici (quindi nell’uomo, sano o malato) gli studiosi hanno provato negli ultimi anni che latte e latticini, se consumati con intelligenza, sono collegati piuttosto alla riduzione del peso corporeo e della massa adiposa. Smentendo un vecchio luogo comune popolare – ma anche medico di base – che scambia l’uso con l’abuso e attribuisce a un solo alimento le colpe dell’intera dieta e dello stile di vita sbagliato. E non per uno solo, ma per diversi meccanismi d’azione! Ma cominciamo a passare in rassegna gli studi e le ricerche recenti.
      Una prima scoperta sorprendente. Abbondante latte scremato (600 ml, cioè ben tre porzioni nutrizionali) consumato a colazione da soggetti sovrappeso, maschi e femmine, ha indotto un “persistente senso di sazietà”, nettamente maggiore comparato a un uguale volume di succo di frutta isocalorico, tanto che al pasto successivo dopo quattro ore circa è stata registrata una significativa minor ingestione di cibo, che pure era disponibile a volontà. Questo effetto in favore di maggiore sazietà, e anche di riduzione del peso corporeo, che hanno il latte e i latticini è stato ampiamente confermato in una meta-analisi di epidemiologi di Harvard che ha ristudiato e reinterpretato ben 29 esperimenti clinici randomizzati e controllati, con 2100 soggetti. Ebbene, latte e latticini si confermano su persone sovrappeso o con problemi metabolici alimenti che, inseriti in diete ipocaloriche, facilitano la diminuzione del peso corporeo (Dove, Chen et al. 2009-2012).
      Come può essere spiegato questo effetto “dimagrante” dei latticini? Intanto, il calcio e la vitamina D, in quanto tali e ancor più come nutrienti abbondantemente contenuti in latte e latticini, inducono riduzione del peso e della massa di adipe, come risulta da molti studi riferiti da Strata (Fao, Davies, Shahar et al. 2000-2011).
      Secondo numerosi ricercatori il modo d’azione ipotizzato per spiegare il fenomeno sarebbe duplice. I latticini, grazie al tanto calcio e alla vitamina D, stimolano la termogenesi, cioè quella fase particolare del metabolismo che dà luogo dopo i pasti alla produzione di calore da parte del corpo, soprattutto nel tessuto muscolare e adiposo. E’ noto, infatti, che dopo un pasto il corpo aumenta la spesa energetica per 4-8 ore circa, e il metabolismo aumenta fino al 40%. Questa termogenesi indotta dal cibo comincia ad agire dopo circa un'ora dopo l'ingestione e arriva al massimo in 2-3 ore, dopodiché diminuisce fino a tornare al metabolismo “basale” entro otto ore.
      Ebbene, i latticini favoriscono particolarmente questa spesa energetica sotto forma di calore. “Fanno bruciare” molte calorie, direbbero le giornaliste dei giornali femminili o popolari, chissà perché sempre così “tecniche” quando scrivono di moda e sempre così letterarie quando parlano di cibo. Non solo, ma i latticini stimolano anche l’ossidazione dei lipidi e facilitano la eliminazione con le feci dei grassi alimentari
Le diete povere di calcio provocano aumento di calcitriolo che stimola gli adipociti e di quindi promuove i depositi di grasso, mentre le diete ad alto tenore di calcio (quindi latticini) inibiscono la lipogenesi cioè la sintesi di acidi grassi già nella cellula, evitano in esperimenti di laboratorio l’obesità provocata dalla dieta, facilitano la lipolisi, cioè l’ossidazione dei lipidi, e la termogenesi. E si è visto (Zemel 2004) che i latticini riducono peso e aumento di grasso più di quanto non faccia il solo calcio, per l’effetto sinergico di preziosi composti bio-attivi presenti nei latticini, come gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina e gli amminoacidi a catena ramificata nel siero di latte (Melanson, Teegarden, Major, Van der Meer, Denke, Zemel, Christensen et al. 1990-2010).
      Insomma, latte, ricotta, latticini e formaggi, non per caso tra i cibi atavici dell’Uomo (e non ci risulta che gli antichi popoli nostri progenitori, come Mesopotamici, Greci, Etruschi e Romani, tutti nati pastori, fossero obesi, tutt’altro), non solo non devono essere criminalizzati col pretesto del sovrappeso o addirittura dell’obesità, o di problemi metabolici (p.es. diabete), ma anzi possono essere utilissimi, talvolta fondamentali, per una corretta gestione del peso e del metabolismo corporeo, e quindi della salute. E tutto questo grazie alle “nuove” (perché scoperte oggi, in realtà antichissime) proprietà extra-nutrizionali del latte e dei suoi derivati (Van Loan e Sanders, 2009-2012).
      Altro elemento positivo in questa direzione è che le caratteristiche proteine dei latticini offrono “evidenti effetti favorevoli sulla perdita di peso e la riduzione della massa adiposa, anche viscerale”, alle persone sane ma anche in sovrappeso o obese (Zemel, Teegarden, Vergnaud, Mirmiran, Faghih, Rosell, Josse, Abargouei, Liu, Shahar, 2003-2012).
      Ma è curioso per il largo pubblico, che conosce al massimo la caseina, come tipica dei formaggi, che ancora più della caseina siano le latto-albumine del siero di latte (cioè della ricotta, latticino che infatti non si fa col latte, ma col siero avanzato dalla cagliata) le proteine più attive in questa azione anti-peso (Pal e Sousa, 2010-2012). La dimenticata ricotta va assolutamente rivalutata.
      Come agiscono in questa “dimostrata riduzione dell’appetito ed una stimolazione della sazietà” le proteine dei latticini e in special modo della ricotta? Attraverso l’ inibizione dei succhi gastrici da parte dell’ormone colecistochinina secreto dal tubo digerente, a cui seguono complesse conseguenze nelle quali entrano bile, enzimi digestivi, secrezione di insulina dal pancreas, e senso di sazietà tramite stimolazione del nervo vago. Ma entrano in gioco anche alcuni amminoacidi ramificati presenti nella parte grassa dei latticini, in particolare la leucina, la secrezione di peptidi come gli ormoni metabolici noti come GLP-1 e GIP, e il blocco della produzione nello stomaco e nel pancreas della grelina, ormone che dà la fame e spinge a mangiare (Sukkar, Strader, Layman, Brubacker, Hall, Samra, Bowen, Nieuwenhuizen, 2003-2011).
      Grazie a queste premesse non deve meravigliare che latte e derivati in una dieta ipocalorica abbiano ridotto in modo evidente il tessuto adiposo, anche addominale, e aumentato la massa magra in 90 donne in pre-menopausa, sovrappeso o obese. Anche sugli adolescenti sani (15-16 anni) il consumo quotidiano di almeno 2 porzioni (1 porz = 200 ml di latte o 125 g di yogurt, 100 g di latticini freschi o 30 g di formaggi duri) ha portato “un significativo calo ponderale ed una riduzione delle percentuali di massa grassa, oltre che un chiaro effetto protettivo nei confronti dello sviluppo della obesità addominale negli adolescenti maschi”.
      Una curiosità imprevista è stata scoprire che le proteine del siero di latte (ricotta), se assunte prima di un pasto, provocano verso il cibo che segue un “effetto insulinotropo”, riducendo i picchi e gli sbalzi glicemici dopo il pasto, non solo in giovani soggetti sani, ma anche in diabetici di tipo 2. La loro assunzione prima di un pasto a base di cibi ad altissimo indice glicemico (come riso non integrale, pane bianco e purea di patate), determina una secrezione insulinica più alta del 30-50% e una diminuzione della glicemia del 20 % circa, tanto da far paragonare questo effetto a quello di alcuni farmaci stimolanti dell’insulina prescritti nel diabete (Josse, Efsa Journal, Abreu, Akhavan, Frid, Ma et al. 2005-2012).
      Un’altra sostanza collega latte, yogurt, ricotta e latticini alla riduzione degli effetti negativi di una dieta ricca di grassi. E’ stata scoperta di recente nel siero di latte (di nuovo la… ricotta!) la nicotinammide riboside (NR), un composto utile all’uomo perché favorisce nell’organismo l'aumento dei livelli del coenzima NAD (nicotinammide adenina dinucleotide) essenziale per la vita delle cellule perché interviene come enzima in tutti i processi di ossido-riduzione, ma dà anche luogo a gruppi ADP ribosile usati in varie reazioni, comprese quelle che hanno ritardato l’invecchiamento in esperimenti di laboratorio.
      D’altra parte, c’è l’aspetto nutritivo: in quanto una delle componenti del NAD è la nicotinamide, cioè nientemeno che la fondamentale vitamina PP. Ma c’è di più. La nicotinamide riboside NR trovata nel latte coinvolge alcune chinasi (nicotinamide riboside chinasi), enzimi che in laboratorio hanno stimolato la concentrazione di NAD nei tessuti dei roditori, con potenti effetti sull’aumento di sensibilità all’insulina, l’aumento della biogenesi dei mitocondri, e anche l’attivazione delle sirtuine, enzimi importanti per la salute dell’uomo, perché regolano l’invecchiamento, l’apoptosi delle cellule malate, la resistenza allo stress, la riduzione degli effetti negativi di una dieta ricca di grassi, l’efficienza energetica, l’equilibrio nelle situazioni in cui il corpo ha restrizione calorica.
      In particolare, nelle diete ricche di grassi, nel sovrappeso e nell’obesità, la capacità della NR di aumentare i livelli di NAD e di attivare le sirtuine già accennate (Sirt1 e Sirt3) favorisce un maggiore metabolismo ossidativo, il miglioramento della funzione dei mitocondri cellulari e delle prestazioni di resistenza, e infine la protezione contro le anomalie metaboliche indotte da diete ad alto contenuto di grassi. Insomma aiuta, come dicono le giornaliste delle riviste femminili e della salute, a “bruciare i grassi”. Di conseguenza, la vitamina naturale NR trovata nel latte può essere utile per migliorare il metabolismo e i disturbi legati all'età caratterizzati da funzione mitocondriale difettosa (Cantò et al. 2012).
      E’ anche un supporto neuronale, utile tra l’altro nell’ Alzheimer. Infatti la NR nicotinamide riboside ha provato in altri studi di essere biodisponibile da parte del cervello e di avere effetti protettivi cerebrali, probabilmente per la stimolazione nel cervello della sintesi di NAD (Chi & Sauve 2013).
      Non solo con latticini può essere raggiunta la sintesi del NAD nell’organismo, attraverso il suo precursore NR, ma anche con consumi adeguati di alimenti ricchi di amminoacido triptofano [p.es., semi di zucca e melone, soia, indivia, crescione, malva, avena e altri cereali integrali, legumi, noci e altri semi oleosi ecc.] oppure con una dieta sana che permetta di assumere anche meno di 20 mg al giorno di vitamina PP [non è tantissimo: la SINU raccomanda nella revisione dei LARN 2014 un’assunzione col cibo di almeno 18 mg per gli adulti, in gravidanza e allattamento 22 mg], c’è una crescente evidenza che una maggiore sintesi di NAD nel corpo umano sia benefica nel proteggere contro le degenerazioni neuronali, le infezioni di Candida e probabilmente anche nell’aumentare l’eliminazione del colesterolo (Bogan & Brenner 2008).
      Commento finale. E’ davvero una Nèmesi scientifica, che latte, yogurt, ricotta (l’importante esperimento che ha isolato le NR è stato condotto proprio sul siero vaccino) e formaggi, ingiustamente accusati di avere “troppi grassi” o di “far ingrassare” (e si è visto che questo non è vero assolutamente per latte e yogurt, e neanche con consumi di formaggi accade con le porzioni prescritte e in diete bilanciate), contengono una sostanza capace di così tante e importanti attività enzimatiche protettive, perfino neuronali e anti-Alzheimer, fino a contribuire non solo a ridurre fame e sovrappeso, ma addirittura a neutralizzare gli effetti di una dieta ricca di grassi!
      Anche se queste descritte sono ricerche scientifiche, perciò effettuate con rigorosi criteri, spesso complicati e non alla portata di chiunque, e su soggetti particolari (perciò si sconsiglia vivamente il “fà da te”, cioè buttarsi su grosse porzioni di formaggi….), offrono pur sempre una chiara indicazione di tendenza generale: latte e latticini, non solo non sono veleni o cancerogeni, ma anzi sono per lo più protettivi. E non hanno la responsabilità delle diete ricche di grassi, anzi aiutano a ridurne i rischi. Senza effetti collaterali, ovviamente: cibo naturale antropologico non mente.
      In conclusione, anche sotto questo aspetto, quello metabolico, latte, latticini e formaggi, storicamente “naturali” per l’Uomo, sono ottimi alimenti, utili e salutari, dalle eccellenti proprietà nutritive e anche extra-nutrizionali, cioè preventive e perfino “terapeutiche” (diete ipocaloriche per diabetici, sovrappeso o obesi) , come appare da centinaia di studi oltre a quelli qui citati, alcuni dei quali riguardano l’induzione di particolari enzimi protettivi. Possono essere consumati regolarmente, ma senza eccessi. Tra di essi la ricotta sembra confermarsi il migliore dei latticini, grazie anche alla sua proteina del siero, la alfa-lattoalbumina, non solo di valore biologico altissimo, ma anche “la più efficace proteina in grado di ridurre l’appetito”. Sono consigliate 2-3 porzioni al giorno tra latte-yogurt (ma 1 porz = appena 125 ml/g) e 3 porzioni a settimana di formaggi (1 porz = 100 g di latticini freschi o molli (stracchino, quartirolo, ricotta, mozzarella ecc.) e 50 g di quelli duri o stagionati (parmigiano, pecorino secco, caciotta, provolone ecc.). Naturalmente, sempre in diete variate e bilanciate, a base di cereali integrali, legumi, verdure e frutta.

RIFERIMENTI

  • STRATA A. Latte e derivati: valenze funzionali. Una review delle recenti evidenze scientifiche. Progress in Nutrition 15, 1, 3-32, 2013S
  • BOGAN KL and BRENNER C. Annual Review of Nutrition 2008,28:115-130. 
  • CANTÓ et al. Cell 15,6, 6 June 2012,838-847. 
  • BIEGANOWSKI P and BRENNER C. Cell 117,4,14 May 2004,495-502. 
  • CHI Y and SAUVE AA. Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2013 Nov;16(6):657-61.
AGGIORNATO IL 21 MAGGIO 2020

12 Comments:

Blogger diego said...

bel articolo poi per me che adoro i formaggi e una sorta di riabilitazione, quindi sarebbero ammesse anche due porzioni giornaliere, e per me che non bevo latte perchè non lo digerisco, potrei permettermi anche 200g di ricotta tutti i giorni, sempre guardando l'alimentazione nel suo insieme. ciao diego

4 marzo 2015 alle ore 00:32  
Blogger diego said...

ciao nico sono latto ovo vegetariano praticamente tutti i giorni a pranzo mangio un uovo sodo come secondo,e spesso mandorle o noci, praticamente tutti i giorni mangio legumi, a cena prevalentemente, circa 100g so che tu ne consumi una porzione 50g al giorno, ma 100g ha qualche controindicazione. ciao a presto diego

4 marzo 2015 alle ore 17:13  
Blogger Nico Valerio said...

A un onnivoro non lo ricorderei, ma se sei veg ti ricordo che un po' di preziosa B12 si distrugge con la cottura necessaria a rendere solo il tuorlo (l'unica parte che ne è dotata). L'uovo in tegamino col tuorlo liquido e l'uovo alla coque, invece, garantiscono tutta la B12, come il tuorlo crudo. V. apposito articolo sull'uovo. Comunque il trucco è semplice: più legumi, cereali integrali e verdura mangi al giorno, più ti puoi permettere di sforare un poco con formaggi e uova: quelle fibre rendono meno assimilabili grassi e colesterolo. Insomma i legumi sono il biglietto con cui ti paghi i latticini e le uova!

4 marzo 2015 alle ore 18:00  
Blogger diego said...

il mio professore di gastroenterologia diceva non magiare troppi legumi che aumenta la flora putrefattiva nell'intestino, tanto meno 100g al giorno, non era certo il ritratto della salute. ciao

5 marzo 2015 alle ore 00:16  
Blogger Nico Valerio said...

"Putrefattiva"? Incredibile: la flora "fermentativa" si oppone proprio alle putrefazioni! I legumi servono proprio a questo.... Lo dicono ormai tutti gli studi.
Non ci posso credere... era una LEGGENDA dei medici di base. Per fortuna spazzata via ormai da più di 20 anni da migliaia di studi scientifici. Ecco, era proprio la tipica leggenda dei medici opportunisti che io ricordo sempre in libri e corsi ("Signora mia, i legumi le danno fastidio, si sente gonfia? E lei non li mangi!)...:-)
Al contrario, la fermentazione delle fibre solubili tipiche dei legumi nel colon (senza problemi: dopo pochi giorni la flora di abitua) provoca una piccola rivoluzione favorevole: si formano acidi grassi saturi a catena corta che riducono colesterolo, grassi, rischi cardiaci e metabolici e sovrappeso, e perfino di alcuni tumori. Senza contare le molte sostanze anti-nutrizionali e perciò anti-tumorali, anti-diabetici e anti-cardiovascolari... Non so se è poco.
Devi leggere e memorizzare gli articoli sui legumi del blog Lacto-ovo-vegetarian. Del resto gli Antichi lo facevano: mangiavano legumi ogni giorno o quasi. Oggi, con i problemi che ci sono (sedentarietà, perdita della cultura popolare alimentare ecc.) consiglio di mangiarli ogni giorno.
Ma qui siamo fuori argomento.

5 marzo 2015 alle ore 11:57  
Blogger Nico Valerio said...

Diego, 200 g di ricotta al giorno sono davvero eccessivi anche non consumando latte. La ricotta è equiparata ai formaggi (consigliati 3 volte a settimana) per quantità di grassi, non a latte e yogurt (consigliati 2 volte al giorno). Un etto di ricotta (11-18 g di grassi in media a seconda del tipo e della stagione) ha circa 2-2,5 volte i grassi di 2 pz di latte intero (totale di grassi al giorno 7 g, ma esistono anche latte e yogurt scremati...), quindi se devi sostituire le 2 pz giornaliere devi accontentarti di soli 50 g di ricotta al giorno, che è pochino. Ma puoi sempre diluirla e crearti un latte alternativo. Insomma devi tener conto dei grassi, e poiché ogni ricotta è diversa guarda sull'etichetta. Questo in teoria e senza sapere nulla della persona e della sua salute e del suo equilibrio e dispendio energetico.

20 aprile 2015 alle ore 10:46  
Blogger Marco A said...

Ecco,io sui latticini avrei un dubbio che vorrei togliermi.
In queste tabelle e piramidi nutrizionale che dovrebbero regolare le porzioni della nostra alimentazione quotidiana, sono citati il latte, lo yogurt e alcuni latticini solidi, come i formaggi freschi, gli squisiti formaggi stagionati e il cibo degli dèi, ossia la ricotta.
Altri latticini, come il burro o il mascarpone, non vengono nemmeno menzionati; il che mi fa concludere che il loro consumo andrebbe limitato a poche occasioni eccezionali.
Ma resta un latticino che ha uno statuto incerto: la panna. La panna non viene inserita tra i latticini che possono essere consumati giornalmemte o settimanalmente, eppure mirisulta che abbia memo calorie e meno grassi, di cui una buona percentuale insaturi, rispetto ai formaggi stagionati. Cosa mi sfugge?
Marco

4 maggio 2015 alle ore 22:43  
Blogger Nico Valerio said...

Panna, burro e mascarpone, se non sono stati citati è solo per motivi pratici di buonsenso, trattando l'articolo il tema del... dimagrimento. Il burro più che un latticino (che sarebbe riduttivo) è un nutrientissimo grasso da condimento. Ottimo e da non vietare assolutamente, anche se è da consumare solo a riccioli, rigorosamente crudo su pane integrale scuro oppure su pizzoccheri o altre paste integrali. La panna è anch'essa un condimento (solo alcuni bambini - io tra questi - sono stati visti consumarla da sola in quantità come se fosse cibo...). Verissimo che non va criminalizzata, anzi. Ha perfino meno calorie di quanto si pensi. Solo il mascarpone è un vero cibo, una formaggio, ma anche qui non vedo perché non dovrebbe essere consumato, sia pure con molta moderazione e solo di tanto in tanto.

5 maggio 2015 alle ore 01:12  
Blogger Unknown said...

Salve,
oltre a ringraziarla per l'ottimo servizio informativo che fa, volevo chiederle alcune cose.
Premetto che sono latto-ovo veg, ho 24 anni e pratico attività fisica 6/7 perlopiù cardiovascolare (70%).
Quando si riferisce a 100g di legumi, intende crudi o cotti?
Volevo poi chiederle come classificherebbe i fiocchi di latte, cosa ne pensa e quindi se è possibile mangiarli in sostituzione delle porzioni di latte e yogurt.

Grazie Francesco

23 luglio 2015 alle ore 16:30  
Blogger Nico Valerio said...

Non riesco a trovare con il search il punto in cui (in un articolo sui latticini!) avrei detto di mangiare 100 g di legumi. In genere il peso si riferisce al cibo crudo, e una porzione standard è di 30 g. Forse qualche lettore in nota... Comunque visto che fanno solo bene e più se ne mangiano regolarmente più sono ben digeriti... I fiocchi di latte sono un tipico cibo industriale, non conosco la composizione.

23 luglio 2015 alle ore 19:05  
Blogger Nico il tuo Personal Trainer (Verbania) said...

Buongiorno!
Vorrei complimentarmi con lei, per il suo amore e la sua dedizione, per l argomento alimentazione.
Vorrei farle una domanda.
Recentemente si sta demonizzando il consumo di formaggi e latticini. Alcuni "ricercatori" asseriscono che la caseina contenuta nei latticini e formaggi, sia dannosa e possa addirittura provocare alcuni tipi di cancro..
cosa ne pensa al riguardo?
Grazie in anticipo.

15 ottobre 2015 alle ore 11:48  
Blogger Nico Valerio said...

Noi non mangiamo caseina. Come non mangiamo beta-carotene. Una signora che prese molto beta-carotene come integratore (anziché verdure che lo contengono in modo bilanciato e temperato da migliaia di altre sostanze) entrò addirittura in coma. Altri soggetti si ammalarono di cancro più di quelli che non avevano preso beta-carotene. E dire che il beta-carotene quando è nei cibi naturali protegge dal cancro! Così per ogni sostanza estratta, cioè non naturale. Perché la Natura è complessa, non semplice, e volerla ridurre a una sola o a poche sostanze estratte la snatura provocando rischi. Lo stesso per la caseina data ai topi invece dei latticini.
Sull'altro mio blog "Lacto-ovo-vegetarian" ci sono diversi articoli sul tema latticini. L'ultimo, cioè quello che appare per primo, http://love-lacto-ovo-vegetarian.blogspot.it/, risponde anche alla teoria di Campbell che confonde furbescamente i latticini con la loro proteina caseina (che nessun uomo mangia). Insomma, il libro China Study, che condivido nella parte in cui dice di mangiare naturale e tutto integrale, sbaglia di grosso quando dà agli animali di laboratorio la caseina e poi ne deduce che agli umani fanno male i latticini (!). La comunità scientifica non ha accettato il suo lavoro. Doveva pubblicare uno studio scientifico, non un libro. Insomma, questo ex ricercatore di 82 anni, dopo aver stramangiato carne e formaggi per tutta la vita (lo dice lui) si accorge solo da vecchio che la sua dieta era sbagliata, si converte al veganismo più radicale e cerca di manipolare i suoi vecchi e nuovi studi in modo da confermare la sua nuova idea. Si legga l'articolo qui: http://love-lacto-ovo-vegetarian.blogspot.it/

16 ottobre 2015 alle ore 11:42  

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