UDITO. Se usi gli auricolari, mangia più integrale, verdura verde e legumi
Ora all'ultimo congresso dell'American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery Foundation una comunicazione scientifica ha presentato uno studio che smentisce l’utilità degli antiossidanti (p.es, la vitamina C) e mette sull’altare i folati o sali dell’acido folico, scarsi nella normale alimentazione di massa, ma largamente presenti in verdure a foglia verde e legumi, tipici alimenti quotidiani di chi segue l’alimentazione sana naturale.
I folati erano noti alle donne giovani, perché servono a preservare le gravidanze dal rischio di nascite con gravi difetti. Ora interessano, invece, gli uomini anziani, più semsibili delle donne ai rumori.
I folati, un tempo noti anche come folacina e perfino come "vitamina" B9, si trovano in abbondanza in alimenti come le verdure a foglia verde (spinaci, broccoli, bietola, crescione ecc), i legumi, i cereali integrali, il lievito di birra, e un po’ meno in frutti come arance, limoni, kiwi e fragole, e anche nel fegato, dove evidentemente si raccoglie in seguito all’alimentazione di erba da parte degli animali.
Lo studio è stato condotto su 3.559 uomini affetti da una perdita più o meno grave dell'udito, le cui abitudini sono state indagate per capire il loro introito di vitamine, antiossidanti e altri micronutrienti potenzialmente protettivi o meno. Così, la loro dieta è stata osservata in un lungo periodo di tempo. Dal 1986 al 2004 oltre 50 mila uomini sono stati sotoposti ogni anno a questionari specifici per valutare l'alimentazione.
I risultati dell'analisi sono che, contrariamente alle aspettative, non esiste nessun effetto protettivo sull'orecchio da parte di antiossidanti come le vitamine C, E e betacarotene. La perdita dell'udito, in questo campione, è stata indipendente dalla quantità di antiossidanti introdotti con la dieta.
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Invece, gli uomini sopra i 60 anni che consumavano una dieta ricca di folati facevano registrare una riduzione del 20 per cento del rischio di sordità, più o meno consistente che fosse.
I commentatori scientifici hanno fatto notare che il dato è interessante soprattutto perché si riferisce a una popolazione maschile. Nello stesso congresso è stato, infatti, presentato uno studio che dimostra la maggior fragilità dell'orecchio maschile rispetto a quello femminile. Con test audiometrici su 5.290 persone fra i 20 e i 69 anni, i ricercatori hanno visto che il 13 per cento soffre di perdita dell'udito indotta dal rumore, e soprattutto che che negli uomini il rischio è due volte e mezzo superiore a quello delle donne.
Perciò, ascoltare spesso musica con gli auricolari, oppure ad alto volume, ed anche svolgere un lavoro in ambiente molto rumoroso, fa più male alle orecchie maschili.
Sarà bene, perciò, che non solo le donne in gravidanza facciano il pieno di verdure verdi e legumi, ma anche gli uomini.
Veramente, non è la prima volta che gli studi provano un effetto protettivo dei folati sull'udito. Due anni fa una ricerca clinica olandese pubblicata su Annals of Internal Medicine, condotta su oltre 700 persone fra 50 e 70 anni (si veda nel medesimo fascicolo della rivista l’editoriale di presentazione e commento), ha dimostrato che i folati riducono la naturale e inesorabile perdita dell'udito negli anziani. Per la verità, ai soggetti, secondo l’uso delle ricerche cliniche, era stato dato non del cibo, ma un integratore isolato: 800 milligrammi di acido folico al giorno per tre anni, oppure un placebo. Una dose elevata. Si noti che il fabbisogno quotidiano raccomandato è 200 mg per gli uomini, di 400 mg per le donne in gravidanza. Ebbene, chi prendeva i folati aveva un udito migliore, e in particolare aveva meno perdita sulle frequenze basse, che sono le più a rischio.
Secondo gli autori dello studio su Annals of Internal Medicine, l’azione protettiva potrebbe dipendere dalla riduzione del tasso di omocisteina nel sangue provocata dall'acido folico.
Ma l’eccesso di omocisteina non danneggia anche il cuore e aumenta il rischio di aterosclerosi? Certo. E dunque i folati contenuti nelle verdure verdi, nei cereali integrali, nei legumi e nel lievito di birra, sarebbero capaci anche di prevenzione cardiovascolare.
Nella consueta attesa di conferme a distanza di tempo, è confortante sapere che la scienza pratica scopre sempre nuove utilità nell’alimentazione sana e naturale. Del resto, se anche non ci fossero queste ultime scoperte, in ogni caso le verdure a foglie verdi, i cereali integrali e i legumi devono comunque essere al centro della nostra tavola.
Peccato solo che i nutrizionisti e a maggior ragione i giornalisti scientifici che hanno divulgato la notizia non hanno avuto la furbizia di specificare che le integrazioni di folati, tanto più ad alte dosi, sono diseducative, ammesso che siano utili in tutti i casi, perché spingono a continuare a mangiar male, instaurando una sorta di "dieta farmaceutica" a base di pillole.
Chi, invece, come regola mangia correttamente molte verdure scure, cereali integrali, legumi, uova, semi oleosi, e perfino lievito di birra e germe di grano (v. la nostra originale Tabella dei folati negli alimenti in un articolo sulla donna in gravidanza) non ha alcun bisogno di integratori.
E ci sente così bene da poter fare anche il… critico jazz, o di cogliere perfino il fruscio lieve delle foglie nei boschi senza vento.
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