ANTIOSSIDANTI. Come arrivare a 10-12 porzioni di verdure e frutta al giorno
“DOMANI CHE MANGIAMO, CARO?” Con tutto quello che c’è di farmacologicamente attivo, e dunque rischioso, negli alimenti, con tutti i possibili e ancora misteriosi sinergismi tra migliaia di sostanze naturali, con la degradazione delle sostanze protettive e la sintesi di nuove sostanze tossiche a causa di cottura, conservazione, fermentazione o azione dei batteri (pensiamo solo all’alto rischio cancerogeno delle amine eterocicliche delle carni cotte e ai nitrati-nitriti di salumi e conserve sotto-sale), e infine “con tutto quello che si legge oggigiorno, signora mia”, siamo sicuri che la nostra dieta, cioè in pratica i pasti che stiamo programmando per domani (ma anche quelli di ieri e di oggi), siano nel complesso protettivi e antiossidanti? Insomma, basta una insalatina per riabilitare un pranzo?
No. E non solo perché in biologia non esistono “certezze” di tipo matematico, ma solo riduzione del rischio statistico. Ma anche perché il resto della dieta, oltre quelle fatidiche, benedette 5 porzioni, e senza neanche contare lo stile di vita, potrebbe davvero essere il più imprevedibile, e comunque determinante. Ecco perché le 5 o 6 porzioni di verdura e frutta ogni giorno sono state considerate dai Consensus internazionali cardio-diabeto-oncologici “appena sufficienti” dal punto di vista preventivo ed epidemiologico per ridurre i rischi relativi nella popolazione mondiale.
MA CHI SEGUE, NEL MONDO, LE 5-6 PORZIONI? Meglio sarebbe abbondare con queste porzioni, anche se numerosi studi mostrano che solo percentuali esigue di consumatori in tutto il Mondo praticano davvero le 5 o 6 porzioni quotidiane di verdura e frutta (v. link alla ricerca). E in effetti, i sottogruppi di consumatori salutisti, naturisti, vegetariani o vegan di solito superano quella soglia minima di porzioni, anche se permangono i dubbi su “che cosa sia una porzione” (v. in fondo).
ECCO QUANTA VERDURA E FRUTTA CONSUMANO GLI ITALIANI. In Italia, i consumi di frutta e verdura (Istat 2003) sono scarsi, e devono aumentare. Infatti, su oltre 58 milioni di Italiani:
- 4 milioni e 700 mila persone non consumano né frutta né verdura;
- 9 milioni e 700 mila persone consumano frutta e verdura una volta al giorno;
- 40 milioni e 800 mila persone consumano dalle 2 alle 4 porzioni di verdura e frutta al giorno;
- 2 milioni e 600 mila persone consumano 5 porzioni (o più) di frutta e verdura al giorno.
Per fortuna, gli intervistati italiani dicono qualche bugia agli intervistatori (vedi la balla evidente dei 2 o 6 milioni di vegetariani). Così possiamo sperare che qualche dato di questa indagine sia del tutto falso. Non riusciamo ad immaginare, p.es., come si possa vivere senza mangiare mai frutta e verdura, come dichiarano ben 4,7 milioni di italiani.
GLI EFFETTI BENEFICI DI VERDURA E FRUTTA. Sulla base dell’incidenza per tumori attuale, di circa 100.000 casi all’anno (dato OCSE 2003 e Istat Popolazione 2003), è stato stimato un numero evitabile di incidenza di tumori pari a oltre il 5%, un dato significativo se si tiene conto che gli effetti benefici di frutta e verdura sono invece marcatamente più presenti per le malattie cardiovascolari. Si deve infatti ricordare, continua Walter Willet, che a questi dati vantaggiosi vadano aggiunti quelli circa la protezione da infarto e malattie cardiovascolari, con una incidenza del 30% più bassa per chi consuma regolarmente frutta e verdura. Vivere in modo sano, per concludere, potrebbe favorire una aspettativa di vita maggiore addirittura di 14 anni (EPIC, Università di Cambridge, vedi link sotto).
Inoltre, con piccoli cambiamenti quotidiani, come mangiare un frutto extra, si può ridurre addirittura del 20% la morte prematura per qualsiasi causa. Lo studio, apparso sul The Lancet, dimostra che dosi appena più alte di vitamina C (attenzione, non quella degli integratori, ma quella che si assume con gli alimenti), come quella contenute in appena 50 g di frutta, possono diminuire notevolmente il rischio di morte prematura.
COME ORGANIZZARE I PASTI. E poi, come organizzare, senza perdere tempo, i propri pasti in modo sapiente e razionale tanto da comprendere il massimo possibile di verdura e frutta? E’ chiaro che dobbiamo guardare all’aspetto salutistico e nutrizionale, ma anche alla varietà gastronomica. Innanzi tutto, prima ancora di decidere “che cosa mangiare domani”, dobbiamo inventarci un modo semplice e quasi automatico per farlo, se non vogliamo trasformare l’ideazione di colazione, pranzo e cena un’attività pesante e laboriosa che alla fine ci toglie il gusto del buon cibo.
UNA TABELLA DI BASE SEMPRE VALIDA. Ci vorrebbe uno schemino, una tabella, la più elementare possibile, da tenere sempre sotto gli occhi, in cucina, per programmare e controllare le pietanze davvero protettive, e rassicurarci, intanto, prima ancora di scegliere le pietanze e le preparazioni, che i nostri pasti sono in via di massima protettivi. Il che equivale a chiedersi come inserire di “default” nei menù giornalieri quante più porzioni di alimenti protettivi è possibile. Il tutto senza pensarci troppo, automaticamente.
NON PROGRAMMARE IL MENU’ PARTENDO DA “PIZZA, RISO O PASTASCIUTTA”, MA… Ma come, obietterà qualcuno, la gente non riesce a consumare neanche 5 porzioni al giorno di verdura e frutta, e tu ne proponi addirittura 10-12? No, non è che mi piacciono le sfide impossibili, ma mi sono accorto che…
L’esperienza dimostra, infatti, che le faticose, e per alcuni addirittura “famigerate” 5-6 porzioni di verdura e frutta al giorno, danno qualche preoccupazione a giovani e vecchi salutisti alle prese con l’ideazione dei pasti. Accade quasi sempre che, tutti presi da alcune pietanze che ci premono, dimentichiamo di mettere nel menù gli alimenti e i contorni antiossidanti. Questo perché tutti cominciano a programmare il pasto partendo dalla prima pietanza, o almeno dalla più “importante” per gusto, per tradizione, per presunto valore nutrizionale ecc., come del resto è psicologicamente naturale. Al contrario, cominciamo a programmare il pasto, tutti i pasti, dalla colazione alla cena, partendo dalle pietanze antiossidanti sicure, cioè le verdure fresche, i contorni di ortaggi cotti, la frutta.
PURCHE’ IL RESTO DEL PASTO NON SIA UN DISASTRO. L’inserimento di quantità di verdura e frutta non ci autorizza a ritenere che siamo protetti da uno scudo di bronzo (anche perché in molti casi è dimostrato che le sostanze antiossidanti, in genere polifenoli, sono poco bio-disponibili nel nostro corpo), e neanche a mettere porcherie (nutrizionalmente parlando) nelle altre pietanze. Insomma, benissimo l’aggiunta di cibi antiossidanti, purché non si determini un pericoloso “effetto sicurezza”, e purché il resto del pasto non sia composto di alimenti che producono grandi quantità di radicali liberi nell’organismo, aumentano il rischio di lesioni arteriose, mettono in circolazione sostanze cancerogene, o inducono forte reazione insulinica, o i depositi di grassi, o aumentano i trigliceridi nel sangue o le LDL, come pancetta fritta o rosolata, fritture con oli di semi vecchi, riutilizzati, industriali o molto ricchi di acidi grassi polinsaturi (es. oli di girasole o mais), salumi, carni grasse, margarine (sulle etichette industriali appaiono come “grassi idrogenati”), carni anche magre ma troppo arrostite (pelle bruciata o croccante), o alla griglia o al barbecue o comunque con striature più scure (cioè ad alta temperatura), aringhe o salmone o speck o salsicce o formaggio affumicati, conserve sottosale, sale in eccesso sulle pietanze, formaggi in eccesso, perfino ortaggi “alla piastra” o “alla griglia” (con le caratteristiche striature di bruciato), senza contare la presenza di pane o altro alimento tostato (bruschetta compresa), l’eccesso di cereali raffinati (farine bianche, riso bianco, pane bianco, pasta bianca raffinata, orzo perlato, farro perlato, riso soffiato) e di zucchero (dolci, anche alternativi e “naturali”).
“Eh, signora mia, oggigiorno si è fatto difficile il mangiare…”m
LE FAMOSE “PORZIONI”. MA COME VANNO CALCOLATE? Per “porzioni” valide scientificamente si intendono (da O. Sculati): verdure o ortaggi puliti da cuocere 250 g, verdure o ortaggi puliti da mangiare crudi 100 g, frutta 150 g (in pratica un’arancia media, una mela media, o l’equivalente in volume di frutti più piccoli), spremuta di frutta fresca 125 ml (un normale bicchiere). Perciò, un’insalata mista abbondante, p.es. di 200-300 g, varrà ben 2-3 porzioni. E vi assicuro che neanche ve ne accorgerete. Tutti, poi, possono consumare 2 frutti al posto di uno. Insomma, il trucco è il raddoppio. Non prestate orecchio a quei siti o nutrizionisti di internet che sostengono che per una porzione di insalata cruda bastino 50 g.
Ma per avere un quadro realistico e completo sui cibi antiossidanti, non si può ignorare una recente importante e per molti davvero sorprendente revisione degli studi, che getta molta acqua sul fuoco delle illusioni di chi mangia male e pensa di rimediare assumendo come integratori “alimentari” estratti e compresse di molecole isolate (p.es., polifenoli) definite in etichetta sicuramente “antiossidanti”, o anche di chi sta benissimo in salute ma si aspetta chissà quali “miglioramenti” anche in mancanza di stress ossidativo. Ormai sembra quasi certo che i polifenoli agiscano “quando serve”, e probabilmente in modo indiretto.
RIFERIMENTI
Tricopholou A., et al, (2009), Anatomy of health effects of Mediterranean diet: Greek EPIC prospective cohort study, British Medical Journal
W.C. Willett (2010),“Fruits, Vegetables, and Cancer Prevention: Turmoil in the Produce Section”, Journal of the National Cancer Institute
EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), ricerca su questionari dietetici riempiti da 142.605 uomini e 335.873 donne reclutati in dieci Paesi europei fra cui l’Italia, fra il 1992 e il 2000. Studio
Etichette: alimenti antiossidanti, frutta, prevenzione, verdura
17 Comments:
Molto utile davvero, grazie.
Oh, finalmente!
ma se io consumo grandi quantità di frutta e verdura, ma mi concedo 2/3 porzioni di carni (magre, per esempio o salumi, tanto mangio con poco sale il resto...) o pesce a settimana, non credo che abbasso di molto le prospettive di vita...
Graziano sì, ma si parla di rischi epidemiologici, non di prospettive di vita. I salumi sono ancora più a rischio non solo per il sale ma soprattutto per i nitriti (e quindi le nitrosammine) e i grassi. Una dieta protettiva comprende anche legumi e cereali integrali.
ci sono frutti più adatti per la sera? io per esempio sapevo che l'arancia è meglio mangiarla al mattino e sconsigliabile la sera: leggenda metropolitana?
"Arancia di sera, bel tempo si spera"... No, scherzo. E' per dire che si tratta di una leggenda contadina. Piuttosto, la sera bisogna mangiar leggero, questo sì. E mai andare a dormire prima di almeno 3 ore dalla fine della cena, cioè a digestione conclusa. Poi non prendetevela con... l'arancia se vi sentite la cena sullo stomaco...:-)
ahahah ;-)
Francesca, ho dimenticato di dire la cosa più importante: l'arancia, per il forte tasso di acido citrico, è un digestivo più potente di altri frutti. Non parliamo poi se, come mio nonno, mangiucchiamo per scherzo anche qualche pezzetto di scorza... (biologica)
Buona sera e Buona Pasqua,anche se in ritardo,ma il blog non viene aggiornato molto spesso perciò non so se legge i messaggi oppure no.
Le vorrei chiedere un consiglio: lei raccomanda sempre il consumo di verdura e frutta freschi,però usando questi tipi di alimenti facilmente ho dei gonfiori alla pancia con aria,sintomi che non riscontro con la verdura cotta ed i legumi,come posso evitare questi problemi? Ho provato a mangiare dell'insalata fresca all'inizio di pasti ed è andata un pò meglio ma i problemi di base rimangono...Grazie per la risposta. Alessandro.
Alessandro, questo è un blog di alimentazione e di scienza, non di medicina pratica, e se anche lo fosse è vietato anche al più famoso luminare fare diagnosi da lontano. Anche in questo caso di molto probabile colon irritabile bisogna rivolgersi allo specialista gastroenterologo (anche se le implicazioni psicologiche sono spesso presenti) fornendo tutti i particolari.
A proposito, grazie al mio colon irritabile cambiai alimentazione da giovane e intrapresi quella sana e naturale che seguo tuttora, eliminando per sempre la stitichezza. A poco a poco, con una dieta a base di tutti cereali integrali, legumi, verdura cruda (tenera, non quella dura…) ecc, i sintomi si attenuarono fino a sparire. All’inizio nelle fasi dolorose trassi molto giovamento da bulgur e cuscus, e polente di grando duro integrale, mais o semolini o creme di farine integrali varie condite con olio, che distendono un colon contratto. Ma poi i vegetali freschi (verdure crude e frutta) divennero per me i cibi abituali, di transito intestinale così veloce da restare pochissimo a contatto con le pareti del colon, che perciò non irritano più di quanto non facciano eventualmente gli stress psico-fisici…:-)
Insomma, la mia personale esperienza è che, una volta finito l’acme del fastidio al colon, a poco a poco il mangiare frutta e verdura in abbondanza finisce per cambiare tutto il processo digestivo in meglio. Bisogna solo sperimentare quali sono i vegetali più adatti.
buongiorno, ho letto l'articolo sugli antiossidanti in cui lei sconsiglia le verdure alla piastra. Purtroppo pensavo che il problema della piastra fosse escluso per le verdure, invece mi sembra di capire che il rischio e' legato al modo stesso di cucinare. In pratica vengono prodotte sostanze tossiche?
grazie
tullio
No, anche le verdure, anche i farinacei risentono negativamente della cottura, specialmente ad alto fuoco. Ma anche sul piano educativo e gastronomico non ho mai capito le "verdure sulla piastra": dovrebbero forse fare concorrenza alla... carne? Suvvia, sono generi diversissimi, non ci può essere paragone. Le verdure non sono come la carne: abbrustolite diventano mollicce e amare... Ma poi dovrebbe bastare il buonsenso...: è già difficile raggiungere in tutto il Mondo le 6 porzioni al giorno di verdura-frutta. E noi ne sprechiamo una porzione così? Proprio non va giù il crudo?
Le verdure mangiate d'estate in Grecia, Spagna e nel Sud Italia, abbrustolite, stracotte, mollicce, o immerse nell'olio (oltretutto pessimo e mal cotto), gridano vendetta, e sono addirittura causa di problemi dietetici, digestivi e nutrizionali. E quegli imbroglioni dei greci osano sostenere perfino in studi scientifici (ne ho letti un paio...) che in Grecia si mangia abbastanza verdura! Non è vero, ma se anche fosse, mangiata a quel modo sarebbe non protettiva, ma indigesta, ingrassante, a rischio cardiovascolare e cancerogena... Infatti, basta vedere lo stato di salute e il giro di vita nei Paesi mediterranei europei oggi...
ma si perde peso?
Sì, Angela, si perde peso, eccome. Perché i cibi ricchi di antiossidanti naturali (verdure, legumi e cereali integrali) sono anche ricchi di fibre, quindi danno volume, insomma una densità energetica minore. Diciamo anzi che perdere peso, ammesso che lo si debba perdere riguardo a stile di vita ed esercizio, significa proprioconsumare molte verdure, legumi il più spesso possibile (l'ideale: ogni giorno) e cereali integrali. Una volta fatto questo cambiamento radicale le calorie introdotte si troveranno da sé.
Molto interessante...grazie delle info!
ciao nico volevo chiederti come ti regoli con la buccia della frutta, specialmente quelle delle mele che sembra sempre cosi trattata, e ti obbliga sempre a sbucciarla, la lavi in qualche modo e ti mangi anche la buccia o anche tu sopratutto per le mele la sbucci, grazie ciao diego, ps riprendi a fare qualche monografia o pubblica qualcosa sei uno dei pochi che dice qualcosa di completo.
Ne ho parlato decine di volte fin dagli anni...80. V. anche nei commenti a un altro articolo qui sul blog: http://alimentazione-naturale.blogspot.it/2007/05/antiossidanti-quali-alimenti-sono-pi.html
L’integrale, cioè completo di tutto ciò che sia mangiabile, è un punto fondamentale, il PRIMO, dell'alimentazione naturale, qualunque sia l'inquinamento della pianta. Sempre a consumare molta frutta-verdura si ottengono effetti protettivi. Come dimostrano migliaia di studi che hanno utilizzato – è davvero eloquente, diciamo la prova regina – solo alimenti normali acquistati al (super)mercato e perfino (India) negli infrequentabili mercatini all’aperto vicino al laboratorio, come ho letto una volta in uno studio indiano (!). Quindi non biologici. E’ bene fissare bene il concetto che sulla buccia in particolare si concentrano le più potenti difese del frutto (es: catechine e altri polifenoli per la mela). Gli antiossidanti della buccia della frutta, che prevalgono - è stato stra-provato – negli studi epidemiologici sui radicali liberi della dieta evidentemente neutralizzano gran parte degli stessi promotori di radicali liberi eventualmente presenti sulla buccia stessa. Un esercito così potente da sconfiggere i potentissimi nemici esterni, ti pare che non sia in grado di neutralizzare quelli propri? E che lo riesca davvero a fare lo testimoniano proprio gli studi epidemiologici e clinici o quelli su gruppi. D’altra parte circa le famose 5-6 porzioni al giorno di frutta-verdura non si è mai detto che debbano essere bio. Gli studi sul bio (e l’agricoltura bio) sono cose recentissime. Basta mangiarla davvero questa benedetta frutta, piuttosto... il che a quanto pare sembra un'impresa titanica, visto che si cercano infinite scuse per non consumarla, la più comoda delle quali è l’inquinamento... Oltretutto infondata: ho già pubblicato il Rapporto ISS da cui risulta che la stragrande maggioranza della frutta italiana o consumata in Italia è entro i limiti e spesso addirittura esente da sostanze, quindi come se fosse biologica. Vedi qui e resti a bocca aperta: http://alimentazione-naturale.blogspot.it/2008/12/pesticidi-ma-dobbiamo-ancora-mangiarle.html
Insomma, sempre conviene mangiare frutta con la buccia. Non solo per quanto finora detto, ma anche perché molto spesso NON ci sono (più) pesticidi quando la mangiamo: i nuovi pesticidi si degradano nel tempo o è stata usata l’agricoltura integrata. Ovviamente, anche per rimuovere polveri e microrganismi trasmessi dalle mani sporche degli uomini, la frutta (mela ecc) va lavata bene e stropicciata sotto acqua corrente, al limite tiepida.
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